Il nuovo cimitero è un grattacielo Tombe tra verde, cupole e salotti

E’ nato il cimitero del futuro: un grattacielo luminoso, ecologico, circondato dal verde e provvisto di tutti i servizi e comfort per la persona. Esattamente come una clinica o un hotel. Un luogo di culto e di rispetto per i defunti innanzitutto, ma anche un ambiente che possa vivere 24 ore al giorno, location ideale e occasione di incontro, iniziative culturali, esposizioni d’arte. Coerentemente con i principi di civiltà e umanità che contraddistinguono da sempre una metropoli moderna e all’avanguardia come Milano. Insomma, un nuovo concept non solo architettonico, che rappresenta una vera e propria rivoluzione del concetto di camposanto, pur mantenendo e preservando tutti i canoni più intimi e tradizionali della cultura del ricordo.
Il progetto, dal nome evocativo di «Cielo-Infinito», è stato presentato ieri all’Urban Center del Comune di Milano, in Galleria, dove resterà esposto fino al 10 marzo (da lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 18, info: www.cielo-infinito.com). Occasione di dibattito, quella di ieri, al quale hanno partecipato, oltre agli ideatori e promotori dell’iniziativa - Pier Giulio Lanza di Icon Consulting e l’architetto Riccardo Manfrin - gli assessori Carlo Masseroli e Stefano Pillitteri e il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri in rappresentanza dell’amministrazione civica, ma anche esponenti delle diverse istituzioni religiose e laiche della città.
«Alla base del progetto - spiega Manfrin -, nato da una chiacchierata con il mio amico e collaboratore Pier Giulio Lanza, ma che alle spalle ha ormai alcuni anni di lavoro, c’è una considerazione innanzitutto pratica: quella di mettere l’architettura al servizio di un problema sociale, qual è quello dei cimiteri. “Cielo-Infinito“ nasce come alternativa al cimitero classico, in considerazione sia della progressiva mancanza di spazi e superfici idonei a ospitare i luoghi di culto della memoria, sia della tradizione, ma anche dell’evoluzione dei costumi della società».
Ecco così l’idea di un edificio verticale, trasparente, a forma di spirale, che si erge verso il cielo «per dare l’idea della continuità», sottolinea Manfrin: una superficie-base di 8.500 metri quadri per uno sviluppo di 34 piani, con 4000 «camere dedicate» per ospitare fino a 60mila salme (a Milano i decessi annui sono circa 16mila), oltre a sale e ambienti più intimi; il tutto esteso su un’area di circa 25mila metri quadri, di cui 2/3 destinati a un grande giardino italiano.
Ma il progetto potrebbe effettivamente trovare concreta applicazione e dove? «Trattandosi di un’ipotesi che non ha precedenti - risponde Pier Giulio Lanza -, non esiste ancora una normativa adeguata per la sua realizzazione. Per questo presenteremo un progetto di fattibilità al Comune di Milano, con il quale abbiamo da tempo avviato contatti operativi, anche per identificare aree adeguate, che potrebbero per esempio essere quella dello stesso cimitero Maggiore e del Triboniano, che già dispongono delle necessarie caratteristiche urbanistiche. Ma è stata proprio l’amministrazione civica a consigliarci, come primo passaggio, di presentare il progetto alla comunità, per accendere un dibattito il più esteso possibile e capire effettivamente i sentimenti del pubblico sulla questione, anche sulla base di un’indagine conoscitiva tra i milanesi».

E i risultati del sondaggio, realizzato da Astra Ricerche e presentato ieri contestualmente al progetto, vanno nel segno del nuovo: oltre il 60% del campione intervistato dà un voto almeno sufficiente all’iniziativa, mentre il 50% si dichiara «sostenitore» del progetto, contro il 34% che si oppone all’idea.

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