Il nuovo decalogo delle polizie mondiali «Sparate alla testa degli uomini-bomba»

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Gaia Cesare

La nuova disposizione è arrivata due settimane prima che a Londra la polizia colpisse nel metrò il giovane brasiliano sospettato di essere un kamikaze. È l’8 luglio: 24 ore dopo la strage nella capitale inglese. La direttiva porta la firma dell’International Association of Chiefs of Police - che raggruppa i capi dei dipartimenti di polizia degli Stati Uniti e del mondo - e a chiare lettere autorizza gli agenti che devono fronteggiare l’emergenza kamikaze a sparare alla testa degli aspiranti uomini-bomba. Lo «shoot-to-kill» - ha rivelato ieri il Washington Post - è un metodo che l’organizzazione internazionale di polizia ha autorizzato espressamente dopo il 7/7 britannico, nel caso in cui la vita di civili sia a rischio.
Nuove regole d’ingaggio, insomma, per fronteggiare l’ondata terroristica che da New York a Sharm el Sheikh ha diffuso il panico. Diverse dalle precedenti perché ora la polizia può adottare metodi estremi anche nel caso in cui la minaccia non sia “imminente”, ma evidente, riconoscibile attraverso dettagli come un cappotto indossato in una giornata calda o fili sospetti che fuoriescano dagli abiti. Il profilo del presunto kamikaze ha specifiche caratteristiche, tratteggiate esplicitamente dai vertici di polizia: si muove nervosamente, non regge lo sguardo e suda visibilmente. A quel punto gli agenti - avendo valutato «su basi ragionevoli» la possibilità che il sospetto possa farsi esplodere - possono aprire il fuoco mirando alla testa. Dall’8 luglio - ecco un’altra novità rispetto al passato - possono farlo anche senza aspettare un movimento.
«Garantisco che se - Dio ce ne scampi - ci trovassimo di fronte a un attentatore suicida negli Stati Uniti, lo shoot-to-kill sarebbe una politica inevitabile», ha commentato John F. Timoney, capo della polizia di Miami. «Non è una politica che adottiamo con leggerezza, ma è l’unica», ha concluso. «Solidarizzo in pieno con gli agenti inglesi - ha detto Terrance W. Gainer, responsabile della sicurezza del Campidoglio -. Non esiste capo delle forze dell’ordine o della polizia negli Usa che non stia contemplando il dilemma di fronte al quale potrebbero trovarsi i suoi uomini se si imbattono in un kamikaze».
Inevitabili le polemiche. Il metodo israeliano - ora adottato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna - spaventa la comunità musulmana, sotto l’occhio dei riflettori a causa dell’emergenza terrorismo. «Il caso inglese, che ha visto un innocente morire, si basa sull’imitazione di procedure israeliane.

E noi non vogliamo che vengano replicati gli errori di un governo straniero impegnato in una brutale occupazione. Manda un messaggio sbagliato al mondo musulmano», ha commentato Ibrahim Hooper, portavoce del Consiglio sulle relazioni tra Usa e mondo islamico.

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