Obitorio chiuso, cadavere nel piazzale

Il turno era terminato e l’addetto ha abbandonato il feretro

Michele Perla

Morire in pronto soccorso all’ospedale ed essere poi abbandonati su un barella coperta da un telo, nel parcheggio all’aperto antistante la camera mortuaria.
Un episodio che ha dell’incredibile, e che ha visto protagonista l’ospedale di Rho. È successo nei giorni scorsi quando poco prima della 23 un uomo che si era sentito male a casa, viene trasportato in ambulanza al nosocomio rhodense. Il suo cuore alla fine cessa di battere, fra lo sconforto dei parenti. Compilato il referto medico, la salma viene messa su un barella e affidata a un dipendente dell’Azienda Ospedaliera Salvini, incaricato di trasportarla sino alla camera mortuaria, che si trova nel cortile interno. L’ausiliario copre con un telo il defunto, e insieme alla sua famiglia si avvia verso l’obitorio. Ma quando arriva sul posto trova le porte sbarrate: chi ha le chiavi ha dimenticato di aprire la sala per accogliere il feretro. Così, dopo aver atteso inutilmente per qualche minuto, l’ addetto al trasporto della salma decide che il suo compito è terminato. A prescindere dal resto. Infatti abbandona il morto nel piazzale davanti alla camera mortuaria, fra le automobili in sosta e se ne va. Solo più tardi, e a fronte della rabbia dei familiari del defunto, la camera mortuaria è stata aperta per accogliere il cadavere. Un disguido, secondo l’azienda ospedaliera, determinato da una cattiva intesa relativa ai turni, fra gli addetti alla camera ardente.

Un disguido che però non è stato l’unico. Visto che il giorno dopo un altro defunto è rimasto prigioniero dell’obitorio chiuso, mentre parenti e sacerdote attendevano in chiesa l’arrivo del feretro. Giunto per l’estremo saluto, due ore dopo.

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