Sarà interrogata oggi dal gip di Viterbo Vittoria L., la nigeriana sposata da 20 anni con un italiano che il 2 febbraio scorso ha massacrato di botte il figlio adottivo di 5 anni. Finora la donna, detenuta nel carcere di Civitavecchia con laccusa di tentato omicidio, non ha voluto parlare con gli investigatori. Dopo aver gridato agli agenti che lhanno arrestata che non aveva fatto niente, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Questa mattina, durante ludienza di convalida del fermo, dovrà spiegare al gip cosa è realmente accaduto dieci giorni fa, quando un automobilista ha visto in uno sterrato sulla via Tuscanese un bambino insanguinato e ha chiamato la polizia. La prima versione, quella fornita ai poliziotti che lhanno scortata in ospedale, non ha mai convinto gli inquirenti. Non regge il racconto del pirata della strada che avrebbe travolto il piccolo mentre faceva pipì sul ciglio della strada: lautomobilista di passaggio non ha visto nessunaltra auto transitare in quella zona isolata. Gli inquirenti sospettano che la donna avesse intenzione di abbandonare in strada il piccolo, dopo averlo picchiato per punirlo di un capriccio, e soltanto perché sorpresa avrebbe cambiato piano fingendo di essere risalita in macchina per fare manovra. Contro di lei, oltre alla testimonianza dellautomobilista, cè anche il drammatico racconto del figlio che, quattro giorni fa, non appena le sue condizioni di salute glielhanno consentito, ha confermato in ospedale che a ridurlo in fin di vita era stata la mamma, evidentemente in preda ad un raptus. «Mi ha fatto male, mi gridava ti ammazzo», ha spiegato il piccolo grazie allaiuto di un interprete e di un neuropsichiatra.
Ora il bambino, originario del Burkina Faso e adottato appena tre mesi fa, sta meglio e ha cominciato a parlare con gli psicologi e i mediatori culturali che lo seguono. Anche se nei giorni scorsi, a causa di una profonda ferita dalla testa e una grave lesione al fegato, ha rischiato di morire. Ieri i medici del Gemelli hanno sciolto la prognosi e il baby paziente, finora ricoverato in terapia intensiva, è stato trasferito in un reparto di degenza dove ha ricevuto la visita del sindaco di Viterbo Giulio Marini.
Il suo destino sarà deciso nei prossimi giorni dal Tribunale dei minori di Roma. La Procura di Viterbo ieri mattina ha inviato ai giudici uninformativa su quanto accaduto. Un rapporto è stato preparato anche dalle assistenti sociali del Comune di Viterbo che seguono le famiglie adottanti. È improbabile, a quanto pare, che il bambino venga affidato al papà adottivo, un impiegato che il giorno dell«incidente» era ricoverato per un piccolo intervento e che, messo al corrente dellaccaduto, è rimasto senza parole.
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