Che sarà di Santoro? Le speculazioni sul dopo Annozero in realtà sembrano fermarsi ai margini di una sentenza di tribunale. Quella che nel 2005 (confermata in appello pochi giorni fa, il 24 marzo) ha fissato per legge lanomalo status di Michele Santoro in Rai, privilegiato tra i privilegiati. La magistratura ha deciso che Santoro deve avere un suo spazio come «realizzatore e conduttore» in Rai. Non solo, ha anche stabilito quando e dove la Rai deve programmare il suo talk show: «Con le stesse modalità seguite nella stagione 2001-2002», dice la sentenza. Ovvero in prima serata, una volta alla settimana, sulla seconda rete (ma andrebbe bene anche Raiuno). Viste così le indiscrezioni su unipotetica uscita di scena di Santoro per dedicarsi alla produzione di docufiction sembrano esercizi di stile, a meno che. A meno che i vertici Rai non individuino una violazione contrattuale, un cavillo per entrare nella torre davorio in cui sta Santoro. O a meno che lo stesso Santoro non cambi idea e allarena del talk show preferisca le più tranquille acque della produzione. Ma è uno scenario, per chi conosce Santoro e la sua battaglia (dal 2002 al 2006) per tornare in video, piuttosto fantascientifico.
Certo, di progetti alternativi alla Rai Santoro ne ha coltivati parecchi. A partire dalla famosa TeleSogno, mai realizzata, fino alle voci di una rete «a sua immagine e somiglianza» sul satellite, nel 2004, quando ancora era incerto il reintegro forzoso in Rai. Ma alle reti nazionali Santoro rinuncerebbe forse solo per un palcoscenico altrettanto importante. E poi sì, un video-dipendente come Santoro (lo dichiarò lui stesso alla Stampa, annoiato da Strasburgo) potrà mal sopportare il protagonismo di Travaglio nel suo studio. Ma è lui che lo ha scelto come spalla, in quella triangolazione con lIdv che gli sta infatti fruttando in queste ore unutile difesa dufficio. Il Riformista attribuisce al direttore di Raidue Antonio Marano dei virgolettati in cui si dà per certa la cancellazione di Santoro dai palinsesti autunnali. Marano però scrive al quotidiano smentendo tutto e assicurando che «il nuovo piano di produzione di Raidue definito il 3 aprile scorso prevede la messa in onda di 14 puntate del programma di Santoro, a partire dal prossimo 17 settembre». Piano che dovrà essere approvato dal direttore generale e poi votato dal Cda, ma che è improbabile venga varato con una croce sopra Annozero. Questa, nel caso unico di Santoro (una specie di «intoccabile» a viale Mazzini), sarebbe materia più da ufficio legale che da Cda. Ne sa qualcosa proprio Marano, che per aver sospeso (da direttore di Raidue) il programma di Santoro nel 2002 si vide recapitare una richiesta di risarcimento danni di 1,5 milioni dalla Corte dei conti. Guai a chi lo tocca.
Intanto viale Mazzini prosegue l«indagine» sulla puntata di giovedì scorso. Ieri si sono riuniti i vertici (con Masi e Garimberti sulla stessa linea) per rivedere la cassetta, e leffetto sarebbe stato di «disturbo» soprattutto per le vignette lugubri di Vauro. Stamattina altro vertice per fare il punto e forse dare un verdetto. Il consigliere Alessio Gorla intanto conferma che il 22 aprile toccherà al Cda analizzare la questione. Lesito più probabile sarà una lettera di richiamo. Forse una puntata «riparatrice», ma «nessuna censura» trapela da viale Mazzini che sa di avere poco gioco in questa manovra.
Resta lanomalia dellinquadramento di Santoro, e dei suoi programmi, nella tv pubblica. Da quando tornò a viale Mazzini nel 1999, dopo la stagione a Mediaset, Santoro è un dipendente Rai a tempo indeterminato (375mila euro lo stipendio annuo), con la qualifica di direttore ad personam.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.