Omaggio ad Albini maestro di design

La «linea Maestri» di Cassina, a testimonianza del grande valore dell’opera dell’architetto milanese Franco Albini (1905-1977), espone fino alla metà di ottobre numerosi lavori del noto progettista autore anche della Linea 1 e 2 della Metropolitana Milanese. La mostra occupa diverse sale della sede espositiva di via Durini 6. Tra le novità riprodotte dalla nota azienda la «libreria Infinito», «cicognino», un tavolino a tre piedi d’appoggio denominato anche servo muto; «cavalletto», un tavolo scrivania e «Luisa» una poltroncina rivestita di tessuto rosso. Tutti i pezzi sono in noce e frassino nero e bianco. Il filo conduttore è la leggerezza, che Albini ha sempre sostenuto come filosofia sia nel creare oggetti che nel costruire palazzi. Suo grande maestro è stato Prouvè e suo allievo Renzo Piano. Questo lascia capire come l’arte del prodotto sia sostenuta da uno studio e da una ricerca che sono il certificato d’identità del fare di Franco Albini.
La sua generazione si può dire che non fosse contaminata dal logorio della vita moderna: camice bianco e la giornata si articolava tra studio e cantiere. Terminato un progetto se ne faceva un altro, eppure dall’Italia all’Algeria e per tutta l’Arabia Saudita nulla veniva trascurato. Non c’erano i computer e il disegno veniva svolto a mano. La semplicità del costruire era pensata come un ingranaggio agile e leggero, una sorta di gioco ludico ma elegante e moderno, razionale e funzionale al tempo stesso. Cassina come Vitra questo lo ha capito e ha capito anche l’importanza di recuperare i grandi nomi che hanno fatto dell’Italia un Paese moderno, ai tempi con altre nazioni in anni ancora bui ma ricchi di speranza, di idee e voglia di fare, dove la cultura aveva un’anima e un posto in cima alla lista anche del mercato commerciale.


Tante le poltrone, i tavoli e le librerie che l’architetto Lissoni ha utilizzato per allestire un omaggio unico e raro. I visitatori si troveranno di fronte a pezzi riprodotti e a pezzi originali, distinguendo con difficoltà il nuovo dal «vecchio».

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