Brando Franchi
Edizione 2006 del Salone del Gusto, la sesta, evento di gola intelligente che dal 26 al 30 ottobre prossimi procederà, a Torino e in tutto il Piemonte, a braccetto con Terra Madre, kermesse aperta al pubblico la prima a differenza della seconda che avrà per protagonisti circa cinquemila produttori ecocompatibili e biodiversi del pianeta, contadini, pescatori, pastori e via così, di umiltà in umiltà, che dibatteranno tra di loro incontrandosi anche con un migliaio di cuochi provenienti dal globo intero. Scopo di Terra Madre è quello di dare sfogo commerciale a realtà produttive di nicchia estrema che rischiano di essere schiacciate dalla grande distribuzione e dalle produzioni di massa perché viaggiano, andando al punto centrale, su livelli economici completamente diversi tra loro. Il Salone del Gusto dal canto suo, avrà per tema «il Buono, il Pulito e il Giusto», www.slowfood.it, secondo una visione che vede chi acquista non come un consumatore passivo, magari imbottito di pubblicità, ma come una sorta di coproduttore, disposto anche a pagare un po di più un certo formaggio, un certo ortaggio o un certo caffè perché sa che così può contribuire a preservare più integro (o meno malato) il pianeta, dando anche dignità a lavori che di solito sono allultimo gradino della considerazione sociale, più spesso un po sotto piuttosto che un po sopra la soglia della povertà. Così «buona, pulita e giusta» deve essere la qualità secondo Slow Food, come ha ricordato il nuovo presidente Roberto Burdese, molto lucido anche nel fotografare la singolare situazione di separati in casa con il Gambero Rosso «che forse fatica a capire la dimensione mondiale che il nostro movimento sta assumendo a scapito del peso della sezione italiana, senza contare che è più facile litigare con la moglie che con lamico che vedi ogni due anni».
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