La «Padania»: rivedere il Concordato Ma la Lega fa subito marcia indietro

RomaNuova giornata al vetriolo nei rapporti tra la Lega e la Chiesa: dopo le polemiche a distanza fra il ministro Calderoli e l’arcivescovo Vegliò, un editoriale del quotidiano del Carroccio, La Padania, fa balenare la possibilità di una revisione del Concordato. Ma nel pomeriggio la Lega fa marcia indietro e prende le distanze dalle «opinioni personali» dell’editorialista.
L’articolo della Padania a firma di Stefano B. Galli, intitolato «Strane ingerenze ideologiche in uno Stato laico», attaccava duramente la nota con cui monsignor Antonio Maria Vegliò, «ministro» vaticano per i migranti, aveva replicato alle accuse rivoltegli da Calderoli: quest’ultimo - lo ricordiamo - aveva detto che l’arcivescovo rappresentava solo se stesso e non la Santa Sede, e che le sue posizioni aperturiste sull’accoglienza finivano per favorire tragedie come quella avvenuta al largo di Lampedusa. Il quotidiano leghista ha bollato le polemiche di questi giorni come «l’ultimo episodio di una lunga serie di ingerenze ideologiche e squisitamente politiche da parte di uomini delle gerarchie ecclesiastiche nelle faccende di uno Stato che, fino a prova contraria, è laico». «Se i rapporti fra lo Stato e la Chiesa andranno avanti lungo questa deriva, ossia le gerarchie ecclesiastiche proseguiranno in questa politica marcatamente interventista nei confronti delle decisioni e degli orientamenti della politica e delle istituzioni al di là di ogni ragionevole confine di neutralità delle rispettive sfere di intervento - conclude l’editorialista della Padania - bisognerà inserire nell’agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi. Non ci pare il caso».
La bordata ha provocato, com’era prevedibile, una serie di commenti e interventi politici: il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto di non capire che cosa c’entrasse il Concordato con il dibattito sull’immigrazione; Enrico Letta del Pd, dal Meeting di Rimini, chiede che Berlusconi venga «in Parlamento a dire la sua sul tema del rapporto fra la Chiesa e il governo». Cerca invece di stemperare i toni della polemica il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Da ciellino di base quale sono dico che se la Lega tirasse troppo la corda, gli rimarrebbe in mano».
La minaccia di rivedere il Concordato non è stata bene accolta da tutti anche in seno al Carroccio. L’eurodeputato Mario Borghezio, presidente dell’associazione Padania cristiana ha dichiarato: «Nel movimento leghista - continua - si avverte qualche malessere per alcune uscite di esponenti della Chiesa, ma da qui alla revisione del Concordato ne passa».
Provano a scrivere la parola «fine» sulle polemiche di giornata i capigruppo leghisti al Senato e alla Camera, Federico Bricolo e Roberto Cota, spiegando, in una nota congiunta, che l’articolo della Padania esprimeva «opinioni personali» dell’articolista: «Lo diciamo chiaramente: la Lega non ha alcuna intenzione di modificare il Concordato che così com’è va bene». I due esponenti del Carroccio ricordano inoltre che «non c’è alcuno scontro con la Chiesa cattolica, anche se alcune personalità come monsignor Marchetto hanno fatto dichiarazioni contro l’operato di questo governo che noi non condividiamo. Alle opposizioni rispondiamo che i problemi con la Chiesa li hanno loro, che sono i primi nel Parlamento a battersi per la pillola abortiva, i matrimoni gay e l’eutanasia». Anche lo stesso Calderoli, in serata, smorza i toni: «Con un Papa come questo i patti vanno bene e non c’è davvero alcuna esigenza di parlare di modifiche. Con Papa Benedetto la sintonia è assoluta da parte nostra».
Sconfortato appare invece il presidente dei Cattolici Padani, Giuseppe Leoni: «Ho tanti rapporti con uomini della Chiesa cattolica, anche vestiti di rosso, ma con la promessa che non faccia i loro nomi. Se parlano i cattolici di sinistra sono osannati, ma se lo fanno quelli leghisti non è così. Noi cattolici della Lega ci sentiamo figli di un dio minore ma vivo da vent’anni questa sensazione. Si vede che è il nostro destino».


Nel rincorrersi delle dichiarazioni, delle accuse e delle repliche, colpisce l’eloquente silenzio dell’Osservatore Romano, il quotidiano del Papa, che ha ignorato la polemica tra la Lega e il Pontificio consiglio per i migranti. Segno che nei sacri palazzi non si è dato troppo peso alle dichiarazioni di Bossi e Calderoli e della volontà di far finire quanto prima la polemica.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica