Le pagelle del traffico: ecco i voti degli italiani

Aosta la migliore, Foggia la peggiore. Tra le grandi aree metropolitane buoni piazzamenti per Firenze, Bologna e Venezia. Uno su due usa l’auto solo per andare al lavoro

Antonio Lucano

Beati gli automobilisti e più in generale i cittadini «utenti delle strade» di Aosta, come anche quelli di Siena, Parma, Pisa e Terni; più abituati all'ingorgo invece gli abitanti di Foggia, preceduti in questa sorta di girone dantesco dagli utenti di Caltanissetta, Agrigento, Bari e Siracusa.
È una fotografia dai contenuti tanto prevedibili quanto allarmanti quella scattata dal primo Rapporto Aci-Eurispes sulla qualità della mobilità nelle 103 province italiane, presentato ieri a Roma nella sede dell'Automobil Club.
Un quadro deprimente, avvertono gli estensori dello studio, risultato di «un Paese incapace di soddisfare la richiesta di mobilità dei propri cittadini, costretti a privilegiare, in assenza di valide alternative, l'uso indiscriminato dell'auto». E ciò nonostante l’onerosità di alcune voci: benzina e assicurazione in testa. Una scelta, quella del mezzo privato, inevitabile alla luce «dell’inadeguatezza del trasporto pubblico».
Ad archiviare risultati deludenti sono soprattutto le grandi aree metropolitane, con la sola eccezione di Firenze, ancorata al sedicesimo posto della classifica, che precede Bologna, Venezia e Roma, fotografata alla trentatreesima posizione. Intorno a metà classifica figura poi Torino (47/mo posto), che precede Cagliari (58), Milano (72), Genova (79), Palermo (89), Napoli (89) e Bari (100). Numerosi, fanno sapere gli autori dello studio, gli indicatori statistici adottati: tra questi il numero di autovetture e di motocicli per abitante, la percentuale di abitanti per autobus circolanti, la velocità media dei mezzi pubblici, il numero di isole pedonali, l'entità del soccorso stradale, l'utilizzo del car sharing; come anche il grado di diffusione di corsie preferenziali, il consumo di carburante medio e la densità di linee di trasporto urbano ferrovie e autobus.
Secondo il Rapporto l'Italia appare quindi come «un Paese privo di un sistema adeguato di trasporto pubblico, ma anche delle infrastrutture necessarie per far fronte all'inevitabile costante aumento del traffico veicolare. Un Paese in cui perfino Aosta, risultata la migliore per qualità della mobilità, è ben lontana dagli standard imposti dalla società del Ventunesimo secolo».
Per quanto riguarda il capitolo caldo del parco veicoli, sottolineano l'Aci e l'Eurispes, il nostro Paese risulta avere ancora oggi il più alto tasso di motorizzazione al mondo e per di più in costante crescita. Il Rapporto Aci-Eurispes segnala inoltre una forte presenza delle province meridionali agli ultimi posti della classifica (a partire dall'ottantaduesima posizione); una buona prova delle regioni del Centro (con ben 10 province - Siena, Pisa, Terni, Lucca, Arezzo, Perugia, Massa, Firenze, Pesaro e Ascoli - nei primi 20; una situazione privilegiata della Toscana (6 province presenti nelle prime 20 posizioni) e la prova decisamente scarsa della Sicilia, con ben 5 province collocate agli ultimi posti: Ragusa (93), Trapani (98), Siracusa (99), Agrigento (101) e Caltanissetta (102).

Insufficiente invece il servizio pubblico, considerato una «scelta economica» e giudicato qualitativamente «insufficiente» dagli utenti, che lo usano soprattutto per evitare di guidare nel traffico. Male, infine, il capitolo incidenti che tocca da vicino nel corso di un anno almeno un cittadino su cinque.

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