«Altro che cricket, bisogna insegnargli la lippa!». NellIslamabad della Brianza, Desio (dove la comunità pakistana è la più numerosa dItalia, dopo Brescia), ma dove al governo c'è anche la Lega, è scoppiato il caso cricket. Due scuole elementari della città, infatti, hanno aperto le porte ad alcuni pakistani per insegnare agli alunni il loro sport nazionale. E il Carroccio attacca.
«Mi sembra uniniziativa sconvolgente - sbotta Fabio Molinari, giovane padano candidato alle prossime amministrative -: non si sceglie più di raccontare ai bambini le tradizioni della Brianza, di insegnargli la nostra lingua né le nostre ricorrenze». «È preoccupante - insiste - che i bambini della nuova Brianza conoscano come si declinino parole del gergo sportivo pakistano, e magari non sappiano il significato di papurott, o non abbiamo mai giocato alla lippa». Sulla stessa lunghezza donda è lassessore allo sport Antonio Zecchin, uomo forte della Lega in città. «Ben venga il cricket - spiega -, ma il discorso è un altro: perché i presidi aprono autostrade a questa iniziativa mentre le altre società che cercano di allacciare un rapporto vengono respinte al mittente?». In effetti, i dati di una freschissima ricerca commissionata dallassessorato e appena presentata alla giunta parla chiaro: appena una società sportiva su dieci è riuscita a creare rapporti con il mondo scolastico locale, altre non ci hanno nemmeno pensato ma alcune altre non hanno trovato le porte aperte. «Va bene il cricket - insiste Zecchin -, ma si insegnino anche altre discipline, il tennis, il ciclismo, invece sembra che tutto quanto proviene dal mondo musulmano sia loro dovuto: non vorrei che gli si dia sempre spazio per paura di essere tacciati di razzismo».
«Non è uno sport asiatico ma è nato in Gran Bretagna e diffuso in tutto il mondo - chiarisce Nazir Shahid, uno dei leader dei pakistani in città -, in Italia cè già una Federazione con 16 squadre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.