Milano etnica, cosmopolita e internazionale: in questi giorni pre-natalizi, anche quest'anno le comunità straniere festeggiano il Natale e portano con sé le loro usanze e tradizioni che si uniscono a quelle milanesi. Ecco alcune testimonianze: «Numerosi polacchi che vivono a Milano si radunano nella chiesa di Santa Maria alla Porta per cantare cori stupendi - racconta Magdalena Szymkow, giornalista che in occasione delle feste torna a Stettino, in Polonia, dalla sua famiglia -. I grandi preparativi si fanno per la cena del 24. Sono previste 12 portate, il numero degli Apostoli, e un piatto vuoto è sempre in attesa di un povero che non ha da mangiare». Profondamente cattolici, quasi il 99 per cento, sono i filippini in città che aspettano con gioia il Natale. Jocelyn Castano lavora presso una famiglia milanese: «Faccio parte di un gruppo di filippini che ogni domenica si reca in chiesa. Siamo circa 3.000 membri molto affiatati. Dal 16 al 24 dicembre, ogni pomeriggio intorno alle 16, un prete nostro connazionale celebra una messa. Non tutti possono partecipare perché sono al lavoro, come nel mio caso. Ma i festeggiamenti veri e propri si svolgono il 26: dopo una messa solenne andiamo in un locale dove si mangia e si cantano cori suggestivi. Il piatto principale è il pansit, spaghetti di soia con carne o pesce, a cui seguono dolci e frutta. Partecipano sempre di più anche gli italiani, tra cui soprattutto gli anziani: le badanti li portano con sé per non lasciarli abbandonati e soli».
Preferiscono invece tornarsene a casa la maggior parte dei serbi, come la scrittrice Valerija Brkljiac: «Siamo cristiani ortodossi e festeggiamo il Natale il 6 gennaio. La maggior parte di noi, soprattutto quest'anno, torna a casa dai parenti. Prima di partire però non manchiamo a festeggiare con gli amici milanesi che al rientro ricambiano partecipando alle nostre feste. Per l'occasione porto sempre i piatti della tradizione balcanica: il sarma, una pietanza di origine turca preparata con foglie di cavolo, riso, carne e spezie e dolci tra cui il baklava. Da bere un buon rosso come il Vranac. Infine, è di buon auspicio rompere l'angolo di un bicchiere a fine pasto per eliminare le sfortune accumulate nell'anno precedente».
Per i tedeschi il Natale è molto sentito e viene confezionato a misura di bambino: «Si tratta di un rito davvero importante e solenne - spiega la professoressa Monica Ghelfi, insegnante in pensione della Scuola Germanica di via Legnano -. La Santa messa si celebra alle 16 e alle 18 del 24 dicembre. Per l'occasione non si canta più la tradizionale Stille Nacht, considerata troppo dolciastra e leziosa, bensì l'altrettanto nota Oh Du Fröliche. Le famiglie tedesche che vivono a Milano si recano in genere nella chiesa in via Marco de Marchi. Alla sera si scambiano i doni e si canta all'ombra dei pini veri: gli alberi di plastica da noi sono banditi! I tedeschi adorano le canzoni natalizie, come del resto gli inglesi: noi ne abbiamo almeno 150».
«Per i romeni ortodossi di Milano - ma anche per quelli di molti comuni dell'hinterland - la Santa Messa della vigilia celebrata da Padre Traian Valdman nella chiesa Santa Maria della Vittoria, in via De Amicis, rappresenta uno dei più importanti appuntamenti spirituali dell'anno», dichiara Mihai Buctovan, scrittore e mediatore culturale.
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