Santanchè, in aula la mozione di sfiducia. Vuoti i banchi di Lega e Fi

È iniziata alla Camera la discussione generale sulla mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè presentata dalle opposizioni

Santanchè, in aula la mozione di sfiducia. Vuoti i banchi di Lega e Fi
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È iniziata alla Camera la discussione generale sulla mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè presentata dalle opposizioni. Sono solo sette gli iscritti a parlare, tutti del centrosinistra, ma nell'emiciclo semivuoto di Montecitorio spicca la presenza sia della segretaria del Pd Elly Schlein sia del leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte.

Il compito di illustrare la mozione di sfiducia, sottoscritta anche dalle capigruppo di Pd e Avs, Chiara Braga e Luana Zanella, è stato affidato alla pentastellata Vittoria Baldino che ha esordito: "Lei, ministra Santanchè, è un conflitto di interesse che cammina". Che, poi, si è chiesta: "Che deve fare un ministro per lasciare il proprio posto?". E ha aggiunto:"Meloni, durante la campagna elettorale, diceva che la politica deve stare un passo avanti, dare il buon esempio. Questa vicenda la chiama in causa". Secondo Baldino, la Santanchè "non avrebbe nemmeno dovuto essere nominata" e ora si dovrebbe dimettere "perché la sua permanenza rappresenta disonore per istituzioni che rappresenta, per le imprese che rappresenta e per il Paese intero". La deputata pentastellata avverte la maggioranza: "Non saremo qui a fare i vostri inutili idioti, non è semplicemente una discussione generale su una mozione di sfiducia ma sulla credibilità e dignità delle nostre istituzioni". La deputata Cinquestelle accusa il ministro del Turismo di aver "spudoratamente mentito in Parlamento" e di non aver alcuna "dignità di sedere tra quei banchi". Santanchè, infatti, è presente in Aula, seduta nei banchi del governo accanto ai ministri Ciriani e Musimeci. Nella fila sottostante i sottosegretari Gemmato e Vannia Gava.

Il dem Toni Ricciardi, nel corso del suo intervento, ha polemicamente chiesto: "Che differenza c'è tra la posizione del ministro Sangiuliano e la posizione della ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è stato fatto dimettere e la stessa cosa non accade con la ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è un gigante di etica pubblica e politica oppure Santanchè è in grado di muovere delle leve di ricattabilità che il ministro Sangiuliano non aveva?". Ricciardi ha, poi, ricordato che ieri "la ministra ballava alla Bit di Milano, un momento importante dove gli operatori non vendono solo servizi ma l'immagine dell'Italia" e, alludendo alla campagna Open to meraviglia', ha chiesto: "Allora lei che Venere è ?". Il deputato piddino, poi, ha attaccato Santanchè per essersi "chiaramente dichiarata fascista" tanto da riconoscersi "pienamente nel chi se ne frega di tutto" e questo "è la dimostrazione plastica di come lei immagina la disciplina e l'onore richiesti nei confronti di questa Repubblica". Secondo Ricciardi, il ministro del Turismo "sta imbarazzando il governo, il partito, le istituzioni" e, pertanto, ha avvisato: "Per ogni ponzio pilato c'è sempre un barabba che si salva". L'esponenente dem, infine, ha lanciato un appello al presidente del Consiglio: "Basta perseverare nella difesa dell'indifendibile. Meloni si tolga dall'imbarazzo, tolga queste istituzioni dall'imbarazzo e chieda le dimissioni alla ministra Santanchè". Ancora più duro l'attacco dell'altro deputato dem Federico Gianassi che attacca frontalmente Fratelli d'Italia per aver fatto "carta straccia del principio di coerenza", aver tradito le promesse elettorali ed essere scappata "dinanzi ai problemi". Il piddino non ha dubbi: "Ciò che conta per quel partito è solo difendere le poltrone, costi quel che costi, con buona pace di dignità, credibilità e autorevolezza un tempo tanto decantate". Gianassi, infine, conclude polemicamente: "Il motto è poltrona, poltrona, poltrona".

Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera, attacca: "La destra trasforma le questioni politiche fondamentali del Paese in una farsa, infanga la credibilità delle istituzioni, ma non può sempre fare la commedia dell'arte: all'opposizione fa i processi a tutto e tutti quando è in maggioranza chiude gli occhi". Secondo il deputato di Avs, ormai, "anche gli elettori della destra chiedono le dimissioni di Daniela Santanchè che si impongono nonostante il suo 'chissenefrega'!". Zaratta parla di "arroganza del potere" riferendosi al fatto che Meloni non abbia voluto presentarsi in Parlamento per affrontare il tema del libico Almasri e ha concluso: "Le dimissioni di un ministro come Santanchè, accusata di truffa ai danni dello Stato, sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro". Francesco Silvestri, ex capogruppo del M5S, ha definito Santanchè "politicamente indegna" e ha aggiunto: "Lei rappresenta tutto quello che questa comunità ha sempre combattuto: impunità, scarsa etica, scarso valore istituzionale". Silvestri ha ripetuto più volte "Se ne vada a casa" e la discussione in Aula si è conclusa con i pentastellati che hanno gridato "Vergogna!" perché il ministro non ha replicato così come prevede il regolamento. Il vicepresidente , Fabio Rampelli, ha qundi, chiuso la seduta dicendo: "Colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?". Rampelli, lasciando l'Aula, ha commentato: "Assenze in aula? C'era il pienone rispetto agli altri lunedì". E, poi, ha aggiunto: "Nelle discussioni generali ci sono solo coloro che parlano. Parliamo di 5-10 persone, oggi ce n'erano almeno un centinaio".

In mattinata il leader di Azione Carlo Calenda, sui social, ha annunciato: "Oggi arriva in Aula la sfiducia alla Santanché. La voteremo, perché crediamo che non possa essere ministra e che non sarebbe mai dovuto diventarla. Eppure la sfiducia verrà respinta e il governo uscirà rafforzato dal voto del Parlamento, potendo respingere ogni richiesta di dimissione presente e futura. Non è questo il modo di fare opposizione".

Il vicepremier Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, a margine del sopralluogo effettuato a Milano all'ex Scalo Porta Romana in vista delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, ha invece difeso la sua collega di governo: "Uno è colpevole se è condannato in tre gradi di giudizio. Non vedo perché uno si debba dimettere per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio".

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