Partigiani disertori «No al corteo che ricorda la Rsi»

Ancora una volta c’è l’imbarazzo della scelta. Degli insulti, naturalmente. E pure degli slogan deliranti e tragici frutto di una strumentalizzazione politica giocata nelle strade e nelle piazze del 25 aprile.
Accade a Melegnano, dove il Pd tradisce lo spirito della giornata e non abbandona il cliché della retorica pomposa e vacua dell’antifascismo militante. Motivo? Tre righe di una lettera di un soldato della Repubblica sociale condannato a morte che il sindaco Vito Bellomo ha pubblicato sul manifesto dedicato al 25 aprile insieme alle parole di un partigiano. Risultato? Insulti, indignazione e l’Anpi che decide di non partecipare alla manifestazione.
Ma leggiamo l’ultimo saluto scritto dal giovane milite della Rsi poche ore prima della fucilazione senza processo: «...li perdono: perdonateli anche voi! Noi abbiamo tentato seguendo una strada, altri seguendone un’altra. Faccia Iddio che il sangue versato da entrambi non abbia invano bagnato la terra». Testimonianza, ultima testimonianza che - insieme al messaggio scritto dal partigiano - il sindaco e la giunta di Melegnano hanno titolato “25 aprile, non odio ma amore per l’Italia”». Troppo, evidentemente. «Provo vergogna per la giunta» commenta Nicola Borzi, portavoce Pd, mentre Fabio Raimondo, assessore alle politiche giovanili osserva che «citare quelle due frasi significa volere unire tutta la cittadinanza, invitarla a scendere in piazza con il tricolore e non con le bandiere rosse».
Un gesto, una volontà che ha provocato la scelta del Pd «di strumentalizzare questa ricorrenza» e la decisione dell’Anpi di disertare «probabilmente ricattata dalla sinistra» spiega il sindaco Bellomo. «Noi volevamo festeggiare la libertà e la democrazia, rilanciare i valori che sono alla base della costituzione» aggiunge il primo cittadino documentando come fosse idea condivisa anche dall’associazione partigiani quella di «celebrare insieme la “pacificazione nazionale”».
E, allora, rileggiamo anche la testimonianza del partigiano riportata sui manifesti affissi nel Comune di Melegnano: «... muoio per la mia Patria, spero che il mio esempio serva ai miei compagni...

perdono coloro che mi giustiziano perché non sanno che l’uccidersi tra fratelli non produrrà mai la concordia». Già, per i pasdaran dell’antifascismo è sempre meglio dividere che unire.
gianandrea.zagato@ilgiornale.it

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