Dopo la partita, una vita da cani

Roberta Gallo

Recinzione del Ferraris: luogo di incontro per cani. Durante tutta la settimana, quando i riflettori del campo sportivo si spengono, i portici dello stadio, al di sotto delle due gradinate e lo spiazzo antistante le tribune, diventano la toilette a cielo aperto. Si trasforma in una vera e propria «terra di nessuno». Le automobili sfrecciano al lato in direzione centro cittadino o alta Valbisagno. Solo chi posteggia l'auto sulla piastra che copre il torrente, o abita in un appartamento che ha le finestre che si affacciano sulla gradinata Sud, se ne accorge. Ma i padroni dei cani non se ne curano. E chi osa protestare? Nessun abitante della zona ha mai avuto il coraggio di scendere a «sgridare» questi che, secondo loro, sono dei maleducati. La situazione è oramai sfuggita di mano ai residenti. E, dal canto dei proprietari, che paura possono avere di qualche lamentela con quelle belve al guinzaglio?
Noncuranti del fatto che posseggono cani definiti «mordaci», li lasciano in libertà a scorazzare all'interno dei cancelli che dovrebbero servire da sicurezza per i tifosi. Si danno appuntamento tutte le sere e durante tutto l'anno. Mentre i padroni si scambiano quattro chiacchiere, fanno amicizia, fumano una sigaretta, i cani giocano, espletano tutte le loro funzioni fisiologiche, si rincorrono, abbaiano, fino anche a tarda notte. Dopo una certa ora ci sono i «punk a bestia». «Quando le persone normali tornano a casa - racconta Giuseppe Murolo, consigliere comunale di Alleanza Nazionale che ha raccolto tantissime lamentele di abitanti della zona - quelli che sono senza casa e senza famiglia rimangono lì a bere e fumare, qualcuno pare anche a dormire, mentre i cani imperversano all'impazzata su e giù per lo spazio all'interno della recinzione». E, durante la giornata quando le persone passano, trovano tutti i reperti delle notti brave. Insieme a un tappeto di escrementi di cani.


«Ovviamente - continua Murolo - oltre a dare fastidio perché i cani fanno rumore, nessuno si preoccupa di portare paletta e sacchetto per raccoglierne le cacche. E oltretutto - aggiunge- sono lasciati in libertà senza museruola!».

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