Partito democatico, vertice-lampo con diktat di Prodi: acceleriamo

Il Professore incontra Fassino e Rutelli. Restano irrisolti i nodi delle tessere e dei rapporti di forza

Luca Telese

da Roma

Un vertice-lampo, prima di partire per San Giuliano dove deve commemorare il terremoto più drammatico degli ultimi anni. Una riunione preliminare sul partito democratico - concentrata come un caffè ristretto trangugiato di corsa - in cui si ratificano poche cose, già decise prima dal premier e notificate agli alleati alla vigilia del rendez-vous per fare in modo che non ci siano sorprese. Ad esempio la creazione di una rivista teorica del futuro partito guidata da due nomi del calibro di Michele Salvati e Antonio Polito. E poi un gruppo di lavoro che dovrà tenere le fila di un processo complicato e delicatissimo. Infine la nascita di una scuola politica, una sorta di «Frattocchie» (la mitica scuola quadri del vecchio Pci) per il partito democratico del terzo millennio. Insomma, Romano Prodi stavolta riesce a stupire i giornalisti: nemmeno il tempo di prendere posto sotto la sede dopo che era entrato ed ecco che lui già usciva, con la battuta del giorno già preparata: «È stata una riunione nostalgica in Santi Apostoli...» (e giù un sorrisetto dei suoi: eh ,eh, eh....). Nostalgia di una cosa che non esiste ancora?
Chissà, forse il presidente del Consiglio - che anche con questa mossa mediatica mostra di voler continuare a pigiare sul pedale dell’acceleratore - voleva dare un avvertimento ironico ai suoi stessi alleati. Sta di fatto che lui, i leader dei partiti fondatori (Piero Fassino e Francesco Rutelli) e i tre «moschettieri» del gruppo di lavoro (i responsabili organizzativi Migliavacca-Soro-Barbi) restano riuniti nella sede ulivista solo per poco: quindici minuti, venti al massimo. Ed era davvero tutto già deciso, al punto che ieri mattina il quotidiano della Margherita, Europa, anticipava in prima pagina alcuni degli organigrammi e molti dei nomi in ballo per i tre cantieri fondanti del nuovo soggetto. Ad esempio, oltre ai direttori della rivista, quelli dei tre «capi formatori» della scuola: Filippo Andreatta e la sua Uli.Bo, Nicola Pasini con la sua Cfp (area margheritica e prodiana) e Francesco Verducci (area diessina), responsabile dei nuovi corsi voluti da Fassino.
Ma dei nodi più spinosi emersi nel seminario preparatorio di Orvieto (ad esempio le quote di consenso da dividere tra i soci fondatori, il peso degli iscritti, il protocollo della democrazia diretta - «una testa un voto» - che ha fatto impazzire i capi delle macchine organizzative) non si è parlato. Non basteranno certo quindici minuti, quando si dovrà mettere mano alla ormai famosa bozza Vassallo, quella che teorizzava l’abbattimento delle burocrazie di partito e la messa in campo di primarie e gazebo per tutte le decisioni strategiche nella scelta dei candidati dalle elezioni provinciali in su.
Così come non si è parlato di un altro argomento scomodissimo, il tesseramento gonfiato della Margherita, che tanto profondamente ha diviso parisiani e rutelliani. Ma il Professore aveva già dedicato una battuta feroce al tema durante la presentazione del libro del «suo» ministro Giulio Santagata, mercoledì scorso alla libreria Bibli: «Le nostre non solo false» (sottintendendo che quelle di Rutelli invece sì?. La caustica stoccata, forse anche per via dello sciopero dei giornalisti era passata inosservata, ma peserà sul tavolo quando si arriverà a discutere delle quote «protette» che gli ulivisti reclamano, nella Margherita, per difendersi dai «signori delle tessere».
Arrivato a San Giuliano, in serata, Prodi ribadisce poco di più: «A Orvieto ci eravamo impegnati a costruire gruppi per scrivere le proposte, le idee base, il manifesto del partito per una rivista e una scuola di formazione alla politica e su questo abbiamo quasi chiuso stamane.

Abbiamo alcuni ritocchi da compiere - conclude - e nei prossimi giorni comunicheremo i risultati». E infatti la consegna del silenzio per i leader ammessi al vertice era proibitiva. Prodi vuole giocarsi tutte le carte in una nuova conferenza stampa, forse domani.

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