Il partito tunisino al-Nahda «non interverrà sullo stile di vita dei tunisini e delle tunisine, non intaccherà i diritti acquisiti delle donne e non ha piani segreti per l'islamizzazione del Paese». Lo spiega in un'intervista ad Adnkronos International Souad Abedrahim, eletta in una delle circoscrizioni elettorali di Tunisi nelle liste di al-Nahda, il partito islamico che ha vinto le elezioni in Tunisia.
E se, il partito che ha sostituito al potere Zine el-Abidine Ben Ali «dovesse imporre l'obbligo per le donne di indossare il velo», assicura la donna, nota per essere il volto laico del partito perchè non indossa il niqab, «lascerei al-Nahda».
La Abedrahim parla di un «progetto socio-politico a lungo termine» a cui sta lavorando al-Nahda, garantendo che verrà rispettato il «principio di laicità del Paese», pur ricordando che la «maggior parte dei tunisini è di fede musulmana». «Il partito non parla in nome dell'Islam - dice - quindi non imporremo nulla e non vieteremo niente». E rivolge un appello agli investitori internazionali affinchè tornino a puntare sulla Tunisia.
Parlando poi della coalizione che al-Nahda dovrà formare per avere i numeri per poter governare, la Abderahim sottolinea come «solo nelle dittature governa un solo partito» e come l'alleanza sarà di «beneficio per il Paese, contro la monopolizzazione della politica».
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