La passione Sulle punte gioia e rifugio

Milano«La danza resta sempre un grande rifugio anche spirituale». Maria Antonietta Berlusconi lo ripeteva spesso e volentieri agli allievi della «Principessa dancing school». Ai piccoli e grandi della sua scuola di danza spiegava le ragioni di una passione vissuta con determinazione, con piacere e, perché no, divenuta pure un «rifugio» dopo la morte di mamma Rosa. Fu proprio lei, mamma Rosa, a spingerla «sulle punte»: «La mia guida era Luciana Bianchi Cottini, insegnante della Scala in via Pola. Con lei ho amato la danza, il saper volare rapiti dalla musica e dall’energia, rapiti sulle ali della poesia». Parole dettate al cronista in passato che, rilette oggi, fanno da profilo a una piccola donna con un’immensa forza e un grandissimo amore speso «insieme e per» quelle bambine in tutù di tulle, con le scarpe di raso e la punta in gesso, che riempivano le sue giornate.
Amore ricambiato al 9 di via Solari, a due passi dal cuore di Milano, dove non si trattengono le lacrime: «Etta era l’immagine della voglia di vivere, condivideva ogni momento con chi desiderava apprendere e con chi amava seguire la danza», «quando raccontava la sua passione per la danza, il sogno meraviglioso che si chiama Principessa, be’ venivano i brividi perché si avvertiva il battito del cuore», «indimenticabile il suo sorriso alle lezioni delle discipline alla moda, come il tango o la danza del ventre». Virgolettati rubati al dolore di chi frequenta la dancing school dove tutti gli insegnanti ricordano «l’amore immenso di Etta per la sua creatura»: sentimento così fortemente ricambiato, diceva lei, da averla aiutata a superare il 2008, anno horribilis.
«Difficile non riandare col pensiero all’ultimo saggio, sempre al Teatro Manzoni, dove Etta si mangiava con gli occhi i suoi bambini, i piccoli allievi». Già, l’ultimo saggio con il fratello Silvio in platea ad applaudire quell’evento insieme alla nipote Sabrina, figlia di Etta, «che ora fa jazz ma insegna anche al Principessa». Anche lei come la mamma e gli zii Silvio e Paolo tirati su da mamma Rosa con la regola di pensare anzitutto agli altri, a chi è meno fortunato: «Etta ha sempre fatto precedere a queste parole i fatti» dice la direttrice della scuola, Maria Antonietta Celentano Leoni.

Fioccano gli esempi di una vita spesa con il cuore, all’insegna dell’«amare e dell’essere amati», di quella regoletta di non far mai pesare il bene e, anzi, di farlo col sorriso sulle labbra.
Risultato? Non un cartello listato a lutto ma fiori, tanti bei fiori che fanno filtrare la luce della sera. Memoria di Principessa per «la stella che ora è nel cielo».

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