Che pasticcio stanno combinando a Palazzo Marino con questa sconclusionata lotta allinquinamento. E pensare che era il terreno sul quale la giunta e la maggioranza di Pisapia si erano più impegnate, sul quale avrebbero dovuto dimostrare tutta la loro «diversità», la loro preparazione e la loro efficienza. E invece annaspano penosamente, vanno per tentativi, improvvisano. Prendete, ad esempio, questa geniale trovata di bloccare il traffico automobilistico domani e sabato, cioè nel penultimo fine settimana prenatalizio, notoriamente dedicato allo shopping. Le organizzazioni dei commercianti già denunciano un sensibile, e ampiamente previsto, calo degli acquisti; se per di più si costringe buona parte della clientela potenziale della provincia e della periferia a restarsene a casa, gli affari certo non migliorano. Grottesca e quasi provocatoria, poi, quella misura che è stata pensata come una sorta di compensazione, di riparazione del danno per i commercianti penalizzati: la possibilità, cioè, di tenere i negozi aperti fino a mezzanotte. Una generosa concessione che comporterà l'effetto di un aumento certo dei costi (personale, energia eccetera) ma solo ipotetico delle vendite. Se poi, come sembra, la scelta delle giornate «proibizioniste» è stata motivata anche dalla convinzione che la maggior parte dei milanesi andrebbero via per il fine settimana, be, allora siamo alla tragicommedia, inspirata dalla totale ignoranza del tessuto socio-economico e delle abitudini della città. Quante saranno mai, infatti, le famiglie che, schiacciate fra crisi economica e incombenze prenatalizie, potranno andare a Cortina o a Courmayeur? E a proposito: visto che le scuole saranno chiuse (senza che lUfficio scolastico provinciale sia stato consultato, altrimenti, come ha fatto sapere, avrebbe espresso parere contrario), a chi lasciano i bambini i genitori che domani e sabato dovranno regolarmente andare a lavorare? Ai soliti nonni, immagino, chi li ha a portata di bambino.
La Provincia e i Comuni dellhinterland, non hanno condiviso questa scelta di Milano, che sembra dettata più dalla disperazione che da un metodo o da una strategia (che non cè). Poco importa se questo dissenso ha motivazioni politiche o è una tignosa rivendicazione di autonomia. Quello che conta è che nessuno fermerà le polveri sottili a Sesto Marelli o al confine di Corsico dove, semmai, si addenseranno le auto che non potranno entrare in Milano, dando luogo ad una bella sovrapproduzione di Pm 10. Ma questa vicenda dovrebbe, fra laltro, segnalare ancora una volta e con palmare evidenza, la concreta necessità della città metropolitana, di una struttura amministrativa unica per tutto il Milanese. Non è pensabile dovere organizzare assemblee con decine di sindaci tutte le volte che si presenta un problema che riguarda lintera area metropolitana. Assemblee, per altro, inutili giacché poi ogni sindaco, quando se ne torna a casa sua, fa quello che vuole.
Noi tutti, naturalmente, ci auguriamo che questo bislacco provvedimento produca miracolosi effetti benefici sullaria di Milano, magari con laiuto delle condizioni meteorologiche.
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