Pdl: «Carlo Felice, un pozzo senza fondo Meglio chiudere e ricominciare da zero»

Pdl: «Carlo Felice, un pozzo senza fondo Meglio chiudere e ricominciare da zero»

(...) e soprattutto persona che ha fama non usurpata di equilibrio e preparazione culturale oltre che amministrativa, anche per trascorse esperienze di amministratore pubblico: «Tanto costa alla città, e quindi ai cittadini - spiega Ferrari, nel corso dell’audizione davanti ai membri della Commissione regionale - la semplice gestione quotidiana». Chiaro che, di fronte a queste cifre, ci sia da chiedersi se valga la pena mantenere il carrozzone. A chiederselo è innanzi tutto il capogruppo del Popolo della libertà in Regione, Matteo Rosso: «Sono sconcertato!» ammette. E aggiunge subito: «Così non si può andare avanti, bisogna trovare subito una soluzione radicale, definitiva. Un peso simile sulle spalle dei cittadini non è più giustificabile, né sostenibile». Interviene Marco Melgrati, anch’egli consigliere regionale del Pdl. Ancora più drastico, ma anche propositivo: «A questo punto, meglio chiudere. Ma per ricominciare da capo, affidando la gestione del teatro a un manager capace di valorizzare la struttura. Il Carlo Felice è un patrimonio della città e della Liguria, non si deve certo cancellare. Si tratta di farlo funzionare a dovere. E gli amministratori finora all’opera si sono dimostrati incapaci. È una delle tante colpe gravi della sinistra». Con tutto ciò, «non si può - dichiara Gino Garibaldi, consigliere Pdl e vicepresidente della commissione regionale - buttare la croce addosso solo ai lavoratori, che chiedono a loro volta una maggiore attenzione da parte della politica».
Chiamata in causa, la sinistra (attuale) si difende, attaccando il ministro Bondi: «Lo invitiamo - scrivono il segretario regionale del Pd e consigliere regionale Lorenzo Basso e la capogruppo Raffaella Paita - a procedere al più presto a sottoscrivere un impegno per defiscalizzare i contributi dei privati alle Fondazioni liriche», mentre per i deputati Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli (Pdl) «l’assenza di qualunque progettualità è la dichiarazione di fallimento del sindaco Marta Vincenzi, presidente del Teatro, di cui lei stessa dovrebbe prendere atto dimettendosi». Dal canto loro, Matteo Campora, capogruppo Pdl in Comune, e l’omologo Alessio Piana (Lega) annunciano battaglia e la richiesta di una seduta monotematica del Consiglio dedicata al Carlo Felice. Per Confindustria Genova, poi, «serve dare immediata attuazione al piano di risanamento, di programmazione e di rilancio indispensabile per un serio coinvolgimento dei lavoratori a partire dal piano presentato dal C.d.a.». Rimane caldo, intanto, il fronte sindacale: il segretario nazionale dello Snater Roberto Conti e quello della Fials Nicola Lo Gerfo, replicando alla dichiarazione del ministro Bondi che ha definito «irresponsabile» la forma di protesta scelta dai lavoratori del teatro, difendono l’assemblea permanente perché, sostengono, «non è un’occupazione ma vuole avere un ruolo costruttivo».

Infine, gli ottoni dell’orchestra del teatro saranno oggi alla testa della manifestazione dei lavoratori della Fiom-Cgil, in occasione del convegno nazionale di Confindustria «Occupazione e competitività» al Porto Antico: la decisione è stata presa ieri, nell’ambito della forma di protesta scelta dai lavoratori per contestare il ricorso alla cassa integrazione, i mancati finanziamenti alla Fondazione Carlo Felice e l’assenza di un preciso piano industriale. Gli strumentisti stanno ancora scegliendo i pezzi più adatti da proporre in corteo. Purché la tensione non provochi «stecche». Musicali e comportamentali.

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