Il Pdl a Fini: "Con noi o apra la crisi" Fli: "Non stacchiamo spina al governo"

Ultimatum del Pdl al presidente della Camera: "Fini dovrà fare le sue valutazioni: o confermare l’appoggio al governo o prendersi la responsabilità di una crisi". Fli: "Abbiamo sempre detto con chiarezza che non intendiamo staccare la spina al governo, ma serve rilancio". Berlusconi nel libro di Vespa: "Se dovessi ritirarmi ora mancherei a un mio dovere e procurerei danni a tutto il Paese". Calderoli: "Il governo tecnico sarebbe un golpe" 

Il Pdl a Fini: "Con noi o apra la crisi" 
Fli: "Non stacchiamo spina al governo"

Roma - Il Pdl esclude ogni possibilità di retormarcia del suo leader e lancia un ultimatum a Gianfranco Fini: o rinnova il suo appoggio al Governo o apra la crisi. "Al punto in cui siamo arrivati - si legge nella nota di Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello - è indispensabile la più assoluta chiarezza da parte di tutti perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità davanti alle istituzioni e al popolo italiano. Ci auguriamo che ciò che è stato attribuito all’on. Fini, sull'eventualità che l'on. Berlusconi faccia un passo indietro e dunque si dimetta da premier e provochi una crisi di governo, si limiti ad essere una battuta polemica destinata ad esaurirsi nel circo mediatico". "Dal canto suo, l’on. Berlusconi non intende compiere alcun passo indietro - aggiungono i vertici parlamentari del pdl - perchè non esiste alcuna ragione per farlo. Si tratterebbe solo di una fuga dalle responsabilità, che invece impongono di procedere senza indugi nell’attività di un governo voluto dalla maggioranza degli elettori e al quale il Parlamento ha recentemente rinnovato la sua fiducia. Di fronte a questa determinazione, l’on. Fini dovrà fare le sue valutazioni: o confermare l’appoggio al governo o prendersi la responsabilità di una crisi". "Ci auguriamo che la scelta dell’on. Fini vada nella prima direzione, di carattere positivo e costruttivo - prosegue lanota - Nel secondo caso, invece, non ci si potrebbe stupire se la crisi finisse per condurre dritto alla elezioni. Come è stato autorevolmente affermato, infatti, non esistono governi ’tecnicì ma solo governi politici"". In particolare, di fronte a una crisi dell’attuale esecutivo - ribadiscono gli esponenti del Pdl - le uniche alternative al voto sarebbero o un governo sostenuto da una larghissima coalizione, per il quale evidentemente non esistono le condizioni stante l’indisponibilità del PdL e per quanto a noi noto anche della Lega, ovvero delle due forze che insieme hanno vinto le elezioni del 13 aprile 2008; o un governo eventualmente formato da tutti coloro che quelle elezioni le hanno perse, per il quale, anche nella non scontata ipotesi che vi fosse una maggioranza in Parlamento, non esisterebbero comunque le condizioni in termini di legittimazione democratica".

Fli: "Non stacchiamo la spina, ma serve un rilancio" Fli risponde a stretto giro di posta, i finiani non staccheranno la spina al governo, ma chiedono un pronto rilancio della sua azione. Lo dicono, in una nota congiunta i capogruppo di Camera e Senato di Futuro e Libertà per l’Italia, Italo Bocchino e Pasquale Viespoli, che aggiungono: "Futuro e Libertà ha sempre detto con chiarezza che non intende staccare la spina al governo ma, anzi, di volerlo sostenere per l’intera legislatura al fine di attuare il programma che ci impegna con gli elettori e in generale con il Paese. In tutte le occasioni, compreso il recente dibattito sulla fiducia, abbiamo dimostrato la volontà di garantire la tenuta dell’esecutivo, la cui azione però è da rilanciare fortemente essendo oggettivamente ferma al palo sulle grandi questioni che riguardano gli italiani. Il problema non è pertanto la nostra presunta volontà di far cadere Berlusconi, ma la reale volontà altrui di dar vita a una nuova stagione di governo".  

Il premier: "Se lascio danni al Paese" "Una mia defezione procurerebbe danni seri al centrodestra e a tutto il Paese". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi a Bruno Vespa nel libro "Il cuore e la spada. 1861 - 2011". "Non sono mosso da ambizioni politiche - dice il presidente del Consiglio - il sacrificio a cui mi sottopongo è grande, a volte gli impegni sono disumani, ancorché sia aiutato nella quotidianità dell’azione di governo da quella straordinaria persona che è Gianni Letta, ma sto qui per senso di responsabilità".

Mancherei a un mio dovere "So bene che i cimiteri sono pieni di persone indispensabili - aggiunge il Cavaliere - ma credo che se dovessi ritirarmi ora mancherei a un mio dovere e perderei la stima dei tanti italiani che mi hanno dato la loro fiducia. Credo davvero che una mia defezione procurerebbe danni seri al centrodestra e a tutto il Paese".

Gradirei sostegno dell'Udc al governo "I deputati siciliani dell’Udc, che sono persone di grande coerenza, hanno fondato una formazione politica con tanto di atto pubblico e di notaio del tutto autonomamente, per dissenso nei confronti delle posizioni politiche del loro partito". Berlusconi ricorda questa circostanza e "dice testualmente", riportano le anticipazioni diffuse oggi, che "dopo aver assunto tale decisione, avevano chiesto un incontro con me suscitandomi qualche preoccupazione, perchè temevo che questo passaggio avrebbe potuto compromettere i nostri rapporti con Pier Ferdinando Casini e con l’Udc da cui avremmo gradito e gradiremmo un appoggio alla nostra maggioranza e al governo. Mi auguro - sottolinea - che l’Udc valuti a fondo questa possibilità nell’interesse del Paese". 

Calderoli: "Governo tecnico sarebbe un golpe" "Macchè Governo tecnico, macchè Lega interessata ad un Governo tecnico! Io sono preoccupato che qui, profittando delle vicende personali di Berlusconi, sia in atto un colpo di Stato, ma sarebbe il golpe dei fighetta, di quelli che frignano e che non hanno voce e voti. Ma se c’è colpo di stato la rivolta del popolo è legittima": lo ha detto il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, interpellato sulle ipotesi di Governo tecnico circolate in questi giorni. "Sento in giro ipotesi di fantapolitica e ne leggo altrettante sui giornali - ha aggiunto il responsabile delle segreterie federali della Lega Nord - ma tutto ciò ha una spiegazione molto semplice: c’è una coalizione tra alcuni giornali, referenti dei potentati economici del Paese, e alcuni politici sognatori che non hanno un voto proprio ma che sperano di ribaltare la situazione uscita dalle urne. Insomma spingono e provocano per cercare di fare un colpo di Stato vero e proprio per riportare l’Italia nella Prima Repubblica, un intento che qualcuno ha anche esplicitamente dichiarato". "L’unica cosa che non si devono scordare, questi signori - conclude Calderoli - è che la Lega, nel caso di Governo degli sconfitti, non è partito da fare una opposizione piangina. Come ha detto bene Bossi ieri sera noi mobilitiamo la gente. Nessuno creda che ci piangiamo addosso, noi l’opposizione la sappiamo fare e la facciamo decisa".

Napoli: "Parole gravi" "Le parole di Calderoli sono molto gravi.

Quello sul golpe e l’incitamento alla rivolta sono un commento da classico leghista che si vede crollare il terreno sotto i piedi", ha commentato così Angela Napoli, deputata di Fli, le parole del ministro per la Semplificazione. 

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