Il Pdl si dà i sei mesi per il candidato sindaco

Il Pdl si dà i sei mesi per il candidato sindaco

Sei mesi da oggi, non di più, per presentare alla città il candidato sindaco del centrodestra alle comunali del 2012. Parola di coordinatore metropolitano.
È l’augurio di Capodanno ai genovesi, senatore Bornacin? Ci crede davvero, o siamo alle promesse di rito?
«La scelta della persona giusta al posto giusto dev’essere fatta presto e, naturalmente, anche bene. Lo spirito di sopportazione dei cittadini nei confronti di un’amministrazione civica disastrosa come quella attuale non è illimitato. E il centrodestra deve assumersi la responsabilità di fornire risposte certe e sollecite di cambiamento».
Si fa presto a dire. Intanto bisogna trovare la persona adatta, il leader in grado di indicare un programma valido e creare consenso.
«Appunto: il programma. Viene prima di tutto. Ne cominceremo a discutere subito, con le categorie economiche, la Lega, i nostri rappresentanti in Comune e nei Municipi. Ma anche con la base del partito, tutti coloro che si riconoscono nell’area di centrodestra. Incontri a tutto campo, per individuare il percorso che ci porti a conquistare Tursi».
Precisiamo: le linee programmatiche prima del nome del candidato?
«Senza dubbio. Un programma concreto, coerente, articolato quanto basta per dare la svolta decisiva alla crisi in cui la sinistra ha fatto precipitare la nostra Genova è la priorità necessaria».
Insisto: poi bisogna dire chi lo porterà avanti, il programma da sindaco.
«Sono convinto che ci siano le risorse umane perfettamente in grado di ricoprire l’incarico. Non è detto che siano solo interne ai partiti, anzi».
Di questi candidati ideali, immagino, lei ne vede tanti dentro il Pdl?
«Ce ne sono, eccome, nel Pdl. Ma ce ne sono, perché no?, anche nella Lega, e, lo ripeto perché ci credo, anche al di fuori dei nostri due partiti alleati».
Cioè, nella società civile.
«Io non credo che esista una società civile contrapposta a una società cosiddetta incivile, quella dei politici e degli amministratori pubblici. La verità è che ci sono persone che sanno governare e altre che non lo sanno fare».
Il suo collega al Senato, Enrico Musso, sembrava nel primo gruppo, poi l’avete relegato nel secondo...
«Non siamo noi ad averlo relegato, è lui che si è escluso. Direi definitivamente, quando si è astenuto nella votazione sulla fiducia al governo di Silvio Berlusconi. Insomma: si è chiuso da solo».
Intanto state recuperando, anche a livello locale, qualche fuoriuscito nel Fli di Gianfranco Fini.
«Chiunque può ravvedersi e capire l’errore madornale che ha fatto. Ma sia chiaro: il Pdl non è un tram da cui si sale e si scende con disinvoltura, a seconda della convenienza personale».
Però è duro assorbire lo strappo.
«Guardi, io sono coordinatore cittadino da poco più di due mesi. E sono molto compiaciuto del clima che esiste all’interno del partito e della coalizione».
Nonostante i problemi non proprio secondari in alcuni Municipi. Nel Centro Est tanto per non far nomi.
«Nella mia agenda di queste prime settimane dell’anno c’è una serie di incontri e consultazioni per risolvere in maniera incisiva le questioni in sospeso. Ascoltando la gente, promuovendo seminari, ad esempio sulla sanità, la viabilità, l’ospedale di Villa Scassi».
E la gente dovrebbe rispondere.
«Sta già rispondendo. Lo abbiamo constatato nella manifestazione dell’11 dicembre, culminata nella raccolta firme a sostegno del governo: sono stato testimone nella “rossa“ Sestri Ponente, oltre 200 firme in meno di due ore. Ho anche partecipato a una cena di volontari dei “banchetti“ e all’incontro promosso da Guido Grillo a Villa Piantelli: dovunque, enorme simpatia e cordialità».
Però dovete essere altrettanto uniti ed entusiasti voi, al vertice.
«Succede davvero. Io sono in perfetta sintonia con il vicecoordinatore, l’onorevole Roberto Cassinelli, come fossimo i due consoli romani. Anche grazie a lui, al suo lavoro incessante, il partito a Genova ha maturato voglia di fare e di vincere. Da noi non ci sono più ex Forza Itala ed ex An, ci riconosciamo tutti nella stessa battaglia».
Anche nella Sala Rossa di Tursi.
«Il gruppo Pdl in consiglio comunale ha conseguito un grande risultato, facendo mancare il numero legale nel dibattito sul bilancio.

Ottimo auspicio in vista del 2012, quando potremo mandare in archivio il ciclo amministrativo della sinistra e di un sindaco come Marta Vincenzi che, al di là degli atteggiamenti da Napoleone e Giuseppina Beauharnais messi insieme, si è dimostrata assolutamente incapace e ha reso la città ingovernata».
Voi, invece...
«Noi, il Pdl, il centrodestra compatto, siamo pronti a dare prospettive e futuro. Lo merita Genova, lo meritano i genovesi».

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