Pechino soddisfatta: la repressione di Falungong funziona

In dieci anni di violenta campagna contro il culto che osò sfidare il regime comunista sono state torturate decine di migliaia di persone. I morti sarebbero tremila

A dieci anni dall'inizio della repressione del movimento spirituale Falun Gong, le autorità cinesi esprimono grande soddisfazione per quella che definiscono una vittoria contro un gruppo promotore di «attività illegali» e «culti malefici».
In un'intervista al quotidiano cinese «Global Times», Li Anping, rappresentante dell'Associazione cinese anti-culto, ha rivendicato il successo del governo di Pechino, definendo scongiurato il pericolo di una riorganizzazione del movimento. «Ora che la gente conosce la vera essenza del culto, è del tutto impossibile per loro organizzare un'attività di massa», ha dichiarato Li.
Il Falun Gong, tuttavia, conta ancora milioni di seguaci in tutto il mondo e, in occasione del decimo anniversario dell'inizio delle persecuzioni, ha organizzato manifestazioni in diversi Paesi. Il centro informativo del movimento, che ha sede a New York, denuncia la violenta campagna condotta in questi anni dalle autorità cinesi, che avrebbero torturato decine di migliaia di persone uccidendone oltre 3.000. «Questo anniversario è l'occasione per ricordare i milioni di persone che hanno visto le loro vite cambiare irreversibilmente a causa delle persecuzioni», ha dichiarato Levi Browde, direttore del centro informativo.
Fondato nel 1992 da Li Hongzhi, il Falun Gong fu dichiarato illegale nel 1999 in seguito a una manifestazione in cui circa diecimila praticanti presidiarono la sede del governo a Pechino.

Il movimento, dichiarato fuori legge nella Cina continentale, è però legale a Hong Kong, dove nei giorni scorsi sono state organizzate manifestazioni contro la repressione. Altre manifestazioni hanno avuto luogo negli Stati Uniti e a Taiwan.

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