Pecoraro: "Non faremo miracoli. I riformisti? Molto bravi a parole"

Il ministro dell’Ambiente: "Non c’è la necessità di stravolgere i nostri programmi. E poi basta con certe posizioni: non sono certo innovatori i teocon della Margherita che vogliono bloccare i Pacs"

Pecoraro: "Non faremo miracoli. I riformisti? Molto bravi a parole"

Roma - Anche lui andrà al supervertice con un pacco di carte e le sue parole d’ordine. La prima? «Va preso subito atto dell’emergenza-ambiente». La seconda: «Non si parla di pensioni, se il tema è l’innalzamento dell’età pensionabile». La terza: «A Caserta non si fanno miracoli, e non si inaugura nessuna fase due. Tutt’al più si accelera sulla strada già tracciata, una lunga e impegnativa fase uno». Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell’Ambiente, ha le idee chiare: si stringe al fianco di Prodi come una guardia svizzera, venera il programma come un Vangelo, sfiora la polemica con Fassino che chiede discontinuità, e se sente parlare di riformisti quasi gli viene l’orticaria: «La sa la differenza fra i veri riformisti e i finti riformisti? I primi le riforme le fanno, gli altri le invocano».
Scusi, ministro, immagino che lei si iscriva alla prima categoria.
(Ride). «Alla seconda no di sicuro, anche se vedo che è molto di moda».
Perché questa ironia con chi nell’Unione dice a Prodi che così non va?
«Perché questi autoproclamati riformisti sono molto abili nel conquistare le pagine dei giornali, ma un po’ meno a misurarsi con le realtà».
Perché quell’aggettivo non piace? A Caserta il riformismo sarà il tema centrale.
«Perché in Italia si confondono le parole e i ruoli per tirare acqua al proprio mulino. Chi l’ha detto, per esempio, che alzare l’età riformabile è riformismo?...».
Fassino, per esempio.
«Lasci perdere Fassino... La riforma del welfare - invece - è riformismo. Se si introduce il reddito di cittadinanza - per esempio - può anche toccare le pensioni, altrimenti no. Chi pensa che riformismo sia l’innalzamento dell’età pensionistica faceva prima a votare centrodestra. Certo non deve pensare di dettarci la linea».
I riformisti sono soprattutto dei Ds della Margherita...
«Ecco, le faccio un altro esempio. Fare le riforme vuol dire introdurre i Pacs, e dar una opportunità alle coppie conviventi. Non sono certo riformisti i teocon della Margherita che i pacs vogliono bloccarli».
Lancia frecciate al curaro, ministro?
«No, solo constatazioni. Solo qui passa l’equazione thatcherismo-riformismo».
Lei si appassiona, si arrabbia, ma intanto a Caserta si deciderà anche se far partire la fase due.
«E chi lo dice, scusi? Io non ho ancora capito cosa sia questa fase due».
Lo dice Fassino, e lo ha anche spiegato sul principale quotidiano progressista...
«Lasci perdere Fassino... Per me le riforme sono quelle che abbiamo presentato in un programma approvato dalla coalizione prima delle elezioni, e votate in Parlamento poi. C’è un’unica fase in cui si devono fare quelle cose, non altre».
Ma dice Fassino: se ci sono dei fatti nuovi bisogna rivedere le cose...
«E lasci perdere Fassino! Non mi farà litigare con lui. Io non vedo grandi novità che emergono. A parte il maggiore gettito dovuto al fatto che la gente paga più tasse perché abbiamo fatto capire che con gli evasori facciamo sul serio».
Nega la necessità di riforme economiche urgenti?
«Nego la necessità di quelle riforme. Ma perché, non sono riforme l’autoproduzione energetica e il software libero? Noi nell’agenda di Caserta vogliamo che si parli di questo, e dell’emergenza ambiente. Io a Caserta chiederò una nuova legge sui beni confiscati alla criminalità».
Nella direzione della Rosa del pugno, oggi, si faceva ironia sull’aumento delle emissioni in Italia. Dicono che i Verdi si dovrebbero preoccupare di questo.
«A volte mi chiedo in quale coalizione fossero chi ci fa queste critiche. Noi delle emissioni stiamo parlando da anni. Vede che a Caserta qualcuno dovrebbe parlare meno e informarsi di più?».
Tutti portano il loro cahier de doléance, e poi non si decide nulla.
«Guardi che questi non sono i pallini dei Verdi.

Che il mondo rischia la catastrofe ambientale non ce lo inventiamo noi. E l’autoproduzione energetica, per esempio, è un punto del programma dell’Unione. Se vogliono che il governo duri pensino alle emergenze vere, non ai pianti dei finti riformisti».

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