Pedofilia, il vescovo di Milwaukee: "Errori commessi qui, non a Roma"

L'arcivescovo Listecki difende la Santa Sede: "Gli errori nel caso Murphy sono stati fatti qui. E per questo chiedo perdono"

Pedofilia, il vescovo di Milwaukee: 
"Errori commessi qui, non a Roma"

Milwaukee - Si torna a parlare di preti e pedofilia. Stavolta a prendere la parola è l'arcivescovo di Milwaukee, una delle diocesi americane coinvolte negli scandali: "Sono stati fatti errori nel caso Lawrence Murphy. Gli errori non sono stati compiuti a Roma nel 1996, 1997 e 1998" sottolinea monsignor Jerom E. Listecki, in una nota pubblicata dal sito della diocesi.

Errori fatti qui "Gli errori - chiarisce - sono stati fatti qui, nella arcidiocesi di Milwaukee, nel 1970, il 1980 e il 1990, dalla Chiesa, da parte autorità civili, da funzionari della Chiesa, e dai vescovi. E per questo - spiega il presule - chiedo perdono a nome della Chiesa e in nome di questa arcidiocesi di Milwaukee".

Parla il giudice del caso Murphy Il sacerdote che abusò di oltre duecento ragazzini di un istituto per sordomuti a Milwaukee, padre Murphy, morì prima che il suo processo ecclesiastico venisse interrotto. Lo precisa il giudice Thomas Brundage, che all’epoca dei fatti presiedette il tribunale della diocesi statunitense. "In una lettera all’allora segretario della congregazione per la Dottrina della fede Tarcisio Bertone, il 19 agosto del 1998, l’arcivescovo Weakland affermò che mi aveva chiesto di sospendere il processo contro padre Murphy. Padre Murphy, tuttavia, morì due giorni dopo e di conseguenza nel giorno in cui morì era ancora sotto accusa in un tribunale penale ecclesiastico", afferma il religioso, Thomas Brundage, precisando che avrebbe fatto appello "alla suprema corte della Chiesa o a Giovanni Paolo II" pur di non far sospendere il processo. Il sacerdote scrive un lungo memoriale sul giornale della diocesi di Anchor, in Alaska, per precisare le notizie uscite sul New York Times relative al caso di padre Murphy.

L'impegno del Papa Il giudice ecclesiastico descrive i pedofili come personalità "pericolose", a cui non va mai concessa "fiducia" una seconda volta e che, "se viene data loro la possibilità", "per lo più compiono nuovamente il crimine".

Quanto alle norme approvate da Ratzinger quando era prefetto della congregazione per la dottrina della fede, nel 2001, padre Brundage precisa che "fino ad allora la maggior parte dei casi di appello andava al tribunale della Rota e i casi potevano trascinarsi per anni", mentre dopo i casi di abusi sessuali "furono gestiti in modo veloce e corretto". Più in generale, "Ratzinger ha fatto più di ogni altro Papa o vescovo" contro la pedofilia. 

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