Pedone travolto, scoperto il vero pirata

È un rom di 25 anni l’uomo che su una Mercedes falciò il pensionato: è stato arrestato. In carcere era finita la sua fidanzata di Monza: aveva confessato per coprirlo, ma poi ha detto la verità

Aveva mentito per «coprire» il suo uomo, un pirata della strada. E, pur non essendo mai stata alla guida della vettura coinvolta, si era addossata la responsabilità di un incidente stradale mortale, con successiva omissione di soccorso. La verità, però è venuta a galla. E ieri Angelica Mirella De Bon - la 24enne monzese fermata lo scorso 2 ottobre con l’accusa di aver travolto con la sua Mercedes classe A e ucciso in via Padova Giovanni Conti, un pensionato di 71 anni - è stata scarcerata perché considerata innocente. Per contro, qualche ora dopo il suo rilascio, una misura di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà (secondo le ricostruzioni dei testimoni l’auto aveva investito Conti a forte velocità, agganciando il corpo e trascinandolo per decine di metri, fino a ucciderlo, ndr) è stata notificata dai vigili del Radiomobile al suo fidanzato, Alessandro Braidic, un nomade romeno di 25 anni, residente al campo di via Idro. Un giovane che non solo non ha mai preso la patente, ma che ha alle spalle diversi precedenti penali e che dal primo novembre si trova già in carcere, a Busto Arsizio, con l’accusa di rapina.
Secondo il magistrato Grazia Pradella e sulla base delle indagini svolte nei giorni scorsi al comando della polizia municipale di via Pietro Custodi Angelica Mirella De Bon in un primo tempo ha mentito per scagionare il suo uomo, poi ha deciso di dire la verità. La giovane donna, infatti, era stata fermata dalla polizia locale pochi giorni dopo l’omicidio. Dalle indagini svolte fino a quel momento, infatti, tutto sembrava combaciare: i resti incendiati della vettura pirata, la Mercedes intestata a lei, erano stati trovati all’interno del campo rom di via Idro, dove risiede il suo compagno. E, una volta interrogata la De Bon aveva confessato tutto.
L’altra verità è venuta a galla poco a poco. Quando nella giovane donna è scattato qualcosa e finalmente ha deciso di ritrattare, accusando il vero responsabile della morte di Conti, cioè il suo convivente. È stato da quel momento che la De Bon ha cominciato a fornire agli investigatori gli elementi essenziali per ricostruire i propri movimenti e quelli di Braidic la sera dell’omicidio e quindi discolparsi dalle accuse che lei stessa si era tirata addosso. Le indagini successive hanno quindi confermato la veridicità della nuova versione fornita dalla 24enne. E, attraverso altre testimonianze e dopo che anche l’esame dei tabulati telefonici, la polizia municipale è giunta alla verità.


«Aver individuato e fermato il responsabile di quell’omicidio orribile – ha dichiarato ieri il vice sindaco Riccardo De Corato – non potrà mai risarcire il danno della perdita di una vita. Ma perlomeno ristabilisce giustizia».

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