Un risarcimento completo non solo sul piano morale ma anche esistenziale. Questa la richiesta dell'associazione CamminaMilano, che dal 1987 lotta per la difesa dei diritti del pedone. «La campagna di sensibilizzazione è volta ad ottenere la modifica dell'attuale sistema risarcitorio dei danni della persona subiti a seguito di un incidente stradale», ha spiegato il presidente dell'associazione, Piero Schiavoni. «Secondo noi il campo degli infortuni è rilevante, nell'arco della vita la possibilità di rimanere coinvolti in un sinistro stradale è molto elevata e non si può sottovalutare il problema. Il sistema legislativo attuale non porta al risarcimento integrale, il limite è rappresentato dal fatto che sono salvaguardati soprattutto i lavoratori, ma ogni individuo nella sua vita ha un lasso di tempo in cui non lavora».
Le tabelle risarcitorie sono strutturate in una scala da 1 a 100 (per un dente incisivo superiore rotto, il grado della scala è 1.25 e il risarcimento 700euro). I due parametri secondo cui si qualifica l'entità del danno sono l'età della vittima e il livello all'interno della tabella. «Il Ministero ha sempre considerato le tabelle legate al lavoro, che riguardano quindi le invalidità materiali. Il punto su cui noi spingiamo invece è far capire che esistono delle relazioni che vanno ben oltre quelle lavorative - spiega Schiavoni - e cioè i rapporti sociali e familiari. Se una donna ha un infortunio, le persone, i suoi familiari dovranno sobbarcarsi diverse mansioni che lei non è più in grado di compiere: sono i danni ai terzi o i danneggiati secondari che non vengono considerati dalla legge. Per questo motivo, i magistrati di ogni città, non potendo legiferare, hanno istituito alcune tabelle consigliate, a nostro parere migliori delle ministeriali».
Le nuove tabelle considerano i cosiddetti danni esistenziali, che vanno a toccare quella parte della Costituzione che parla di diritto alla personalità e alla famiglia. Se muore un ragazzo, secondo la tabella ministeriale il fratello dovrà essere risarcito di 10mila euro, per quella dei magistrati 22mila. «Lo scarto è tanto ma per noi il risultato è ancora scarso perché l'entità di denaro rispetto alla mancanza di un familiare non può essere misurata ma è comunque di gran lunga maggiore.
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