Pellegrini, l’extraterrestre ha battuto pure se stessa

Nella gara in cui fallì a Pechino ha trionfato con il record del mondo. È la prima donna sotto i 4 minuti nei 400 sl. Il fratello: "Un’aliena". Federica esulta: "Ho fatto la storia, ero sicura di avere la febbre"

Pellegrini, l’extraterrestre 
ha battuto pure se stessa

Roma - «Ho una bestia di figlia». Un complimento. Sì, certo, un complimento. Più bello di una medaglia d’oro. Vien dal cuore di mamma. Per noi è la bella, per lei è la bestia. Ma suvvia, mamma Pellegrini la pensa come tutti: Federica è tornata sirena. Anzi serena. E ha scoperto un altro mondo dove essere regina. È finita la guerriglia nella savana dei suoi tormenti, è chiusa la storia delle angosce che la lasciavano senza respiro.

Federica Pellegrini oggi è campionessa dei 400 stile libero, come un anno fa lo è stata dei 200 sl a Pechino. Ma stavolta c’è qualcosa di più, ha battuto tre avversari, non solo le compagne di vasca, le due inglesi (Jackson e Adlington) che le hanno reso vita relativamente difficile. In realtà, questi 400 hanno avuto una sola padrona dal primo all’ultimo metro e il record del mondo ha presto capito di avere i secondi contati. Federica ha scardinato tutti, compreso il muro dei quattro minuti. Quando si abbatte un muro dello sport tutto fa più fragore, sensazione, cambia il volto di una storia. Oggi, in questa epoca di costumi che rendono tarocchi i tempi, la Pellegrini ha saputo sfruttare l’opportunità: ha parlato il suo Io da campionessa e il SuperIo di una ragazza ventunenne che ha voglia di combattere contro il mondo e «contro quelli dietro le quinte», ha raccontato mettendo un pizzico di veleno nella coda della medaglia.

Pellegrini superwoman? Suo fratello l’ha ridefinita «Aliena». Il papà ha pianto. Alberto Castagnetti, il tecnico, pure. Il medico ha sorriso perché, anche stavolta, Federica ha dovuto sconfiggere i fantasmi che l’hanno presa per il collo a qualche ora dalla gara. Altre volte mancava il respiro. Ieri ha sentito addosso la febbre. Ha pure pianto. Avversario infido. I 400 sl erano diventati una montagna e un burrone, un macigno e una valanga, un buco nero e una sorta di sabbie mobili.

Ma ieri Superwoman ha giocato pesante. È stata brava e coraggiosa, decisa come nel dare certe risposte al vetriolo. Aveva in testa una rivincita da quel pomeriggio disastroso a Pechino: perse malamente i 400 sl, ne sentì di ogni sorta dietro le spalle, capì anche gli errori. È passato solo un anno, ma ne ha fatta di strada. E ieri ha sconfitto il ricordo, i fantasmi e la maledizione che le ha riempito la testa. Eccoli i tre avversari, molto più duri degli otto record del mondo battuti in carriera. Il primo due anni fa a Melbourne nei 200 sl, ma durò lo spazio di una notte. Gli altri hanno avuto più spessore, gli ultimi hanno la faccia d’aver vita lunga.

A 21 anni Federica è diventata una delle campionesse dal pedigree più nobile e completo del nostro sport, ritroviamo una regina mondiale del nuoto 36 anni dopo Novella Calligaris. Come Novella, Federica è una ragazza dentro lo sport e dentro la vita, figlia di questo tempo come Novella lo fu del suo. Tutte e due con l’animo della primadonna. Novella tenace, spigolosa e grintosa. Federica forse più morbida nei rapporti, ma di ferro nel gestire l’ambizione. Due mesi fa chiese a una sua compagna di rimetterla sui blocchi dei 400, nel caso le fosse venuto in mente di scenderne per la solita paura. Ieri ci ha riprovato. Ma stavolta ha chiesto aiuto a un’altra amica: si chiama Federica. Le ha detto: se molli, non ti riconosco più.

Ce l’ha fatta. È partita eppoi si è sentito un fragore, un muro sbriciolato, l’urlo, l’inno, il tintinnare felice del sorriso di una ragazza di ventuno anni. Ragazza d’oro? Sì, ragazza tutta d’oro. Fino al prossimo muso lungo.

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