Pellegrino, un Tripudium di balsamicità

P ellegrino è uno dei marchi più famosi nella produzione di Marsala, vino che ha scritto la storia dell'enologia italiana ma che ora è un po' troppo dimenticato dalla critica e dai winelover. In attesa di una rivalutazione che non sarà mai troppo immeritata, da quelle parti non si sta certo con le mani in mano. Di recente ad esempio abbiamo assaggiato un rosso assai interessante targato Pellegrino 1880, ovvero il Tripudium dell'annata 2014. Si tratta di un Rosso Igt da uve Nero d'Avola in purezza provenienti dalla provincia di Trapani, macerate a temperatura controllata e affinate per almeno ventiquattro mesi in vasche di acciaio e in barrique.

Un vino imponente, grasso, dal colore rosso profondo, dal profumo intenso di frutti rossi arricchito da una fascinosa nota balsamica, dalla bocca elegante ed equilibrata, che chiude lunga e ammandorlata. Il grado alcolico dice quattordici, ma senza alcuna pesantezza, gli abbinamenti sono dettati dal territorio e dala stoffa: noi lo vediamo con dei formaggi stagionati, magari un ragusano o un caciocavallo palermitano, oppure con carni rosse, con brasati.

Di recente abbiamo anche provato i più tradizionali vini da fine pasto della cantina: i vini dolci provenienti per lo più da Pantelleria (il Moscato, il Passito, il Nes), le tante etichette di Marsala (il Vergine Riserva, il Soleras, l'Ambra Superiore, il Fine Rubino, il Garibaldi dolce, il Superiore Oro, l'Horatio, l'Anita, l'Uncle Joseph e non li abbiamo nemmeno citati tutti). Una tavolozza unica per ricchezza e storia.

Ci piace infine ricordare il

restyling grafico delle etichette, particolarmente riusito: in specie i monovitigni e i grandi vini delle tenute di famiglia sono stati rivestiti di un décor primo Novecento davvero bellissimo. E il bello è amico del buono.

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