Valerio Boni
da Milano
Peugeot è - con Bmw, Honda e Suzuki - tra le poche aziende impegnate sul doppio fronte. Un impegno che per la precisione è triplo, visto che oltre ad auto e scooter, Peugeot produce anche biciclette. Una peculiarità da non sottovalutare in un settore dove la fidelizzazione del cliente rappresenta una delle armi più importanti per un costruttore di veicoli.
Il potenziale di questa struttura è stato scoperto nel 2001, quando il gruppo francese ha messo in atto un programma dinvestimenti e strategie mirate a curare limportante sinergia tra veicoli con caratteristiche differenti tra loro. Un piano che ha portato a mettere allinterno del gruppo Psa sullo stesso livello Peugeot auto e Peugeot Motocycles, fornendo la medesima identità alle due divisioni. E che ha riportato interamente allinterno la proprietà, riacquistando da Honda quel 25% del capitale che era stato ceduto allo scopo di fornire una base europea dove produrre su licenza modelli di piccola cilindrata, senza vincoli di contingentamento. La data del 2001 coincide anche con il rilancio della filiale italiana di Peugeot Motocycles, affidato a Luigi Nasti, approdato allincarico di direttore generale dopo le esperienze maturate in Riello e nel gruppo Aprilia. Negli ultimi 5 anni il rapporto tra la casa madre e lItalia è diventato sempre più stretto, fino a far realizzare un modello specifico per il nostro mercato. «Lo scooter Geopolis - sottolinea Nasti - è stato fortemente voluto da noi, a partire dal nome. Rappresenta il primo esempio di unevoluzione che ha lo scopo di uno scambio tra le logiche del mondo dellauto e della moto. Geopolis è lesempio di come una stessa piattaforma possa essere impiegata per un veicolo convenzionale, con ruote di medio diametro adatto a tutti i mercati, e per uno con ruote di grande diametro, come quelli che vanno per la maggiore sul mercato italiano.
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