Il prossimo 20 maggio, Al Bano compirà 81 anni. Ha attraversato la storia della musica italiana degli ultimi 6 decenni ma, in fondo, è rimasto l'agricoltore che ad appena 17 anni è partito per Milano in cerca di fortuna, iniziando come cameriere in un ristorante del capoluogo lombardo. I soldi erano pochi e questo era quello che doveva fare per sperare di arrivare al successo, senza però mai dimenticare la sua terra. I guadagni dell'attività come cantante gli hanno permesso, appezzamento dopo appezzamento, di costruire una grande azienda vinicola nella sua Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, dove tutt'ora lo si trova a lavorare quando non è impegnato sui palchi di tutto il mondo.
Perché, in fondo, Al Bano è sempre stato un uomo della terra, a suo agio con le mani sporche e un cappello di paglia in testa a proteggerlo dal sole sui campi della sua amata Puglia. Al Bano conosce la vera libertà, quella che gli artisti di oggi non possono nemmeno capire, schiavi di gabbie fatte di politicamente corretto e social, che impongono loro di dire e fare ciò che il pubblico chiede. Per un artista è un privilegio, al giorno d'oggi, poter dire quel che pensa, come fa da sempre il contadino Albano.
Ed è proprio con lo spirito del contadino che Al Bano, in un'intervista radiofonica, ha annunciato la sua vicinanza alla "protesta dei trattori". E se solo Albano non fosse Al Bano, sicuramente salirebbe sul suo trattore e si unirebbe fisicamente ai suoi "colleghi". Da uomo di campagna, infatti, sente di empatizzare con la disperazione dei lavoratori della terra che, a differenza sua, non possono contare sugli introiti di un concerto per portare avanti la baracca. Anzi, non "sente di empatizzare" ma naturalmente si sente vicino a loro, come parte di una comunità di lavoratori della campagna. "Io non ne parlo tanto per parlarne, ne parlo perché la vivo e so che, se non ci fosse il cantante, il contadino Albano poteva fare la fame, come sempre l'ha fatta fino all'età di 17 anni", ha detto con una punta di rabbia durante l'intervista.
"Io sono contadino fino all'ultimo capello. E ne vado orgoglioso. E però meno male che c'è il cantante che ha sempre salvato il contadino", ha aggiunto l'illustre cittadino di Cellino San Marco, che nella sua tenuta dà lavoro a numerosi concittadini, e non solo. Al Bano non ha mai nascosto le difficoltà di portare avanti un'azienda agricola, lui stesso nel periodo del Covid si lamentò per le problematiche che gli imprenditori di campagna dovevano affrontare. Anche per questo, se non fosse Al Bano, dice, questa settimana sarebbe sul suo trattore per la grande manifestazione di Roma: "Mi piacerebbe esserci. Mentalmente ci sarò senz'altro. Se sarò libero, sarò anche tra loro, una passeggiata la farò, perché anche io vivo anche di campagna". Una verità, questa, che non ha mai nascosto.
"Al di là del trattore, ci andrei anche in bicicletta. Io sono nato in un'epoca in cui i trattori non c'erano, c'erano i muli. Ma il primo assegno di una casa discografica lo diedi a mio padre che fece il salto di qualità comprando un trattore", ha ricordato il cantante.
Al Bano è parte di quella vecchia generazione di grandi artisti che nonostante il successo riescono a mantenersi saldi ai valori delle loro trazioni, non tradiscono le radici e non hanno paura di esporsi per non offendere il politicamente corretto. Al Bano ha delle idee e le porta avanti, non ha il problema di perdere follower e sponsorizzazioni. Al giorno d'oggi, questa è la vera libertà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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