
Quando una Regina o una principessa annunciano l’arrivo di un royal baby l’attenzione mediatica nei loro confronti sale con impressionante rapidità. I giornali e il web si riempiono di foto che documentano l’evoluzione del loro stato. L’immagine della futura madre, infatti, è diventata l’elemento centrale da cui si dipanano sia le supposizioni degli esperti sull’imminente interruzione degli impegni reali che preannuncia la nuova nascita, sia i commenti dell’opinione pubblica sul sesso del bambino e sulla data del parto. Le gravidanze reali, però, non sono state sempre così esposte al pubblico. Questa realtà a cui siamo abituati è molto recente e i cambiamenti più evidenti sono avvenuti in maniera relativamente veloce. Il punto di partenza di tali trasformazioni, per quanto riguarda l’epoca moderna, è proprio la regina Elisabetta, che avrebbe quasi sempre rifiutato di essere fotografata quando era in stato interessante.
Niente foto (o quasi)
Esisterebbe una sola immagine pubblica della regina Elisabetta incinta, pubblicata nel 2022 su TikTok, divenuta subito virale e ripresa da Newsweek. È datata 18 gennaio 1960, il periodo in cui la sovrana aspettava il principe Andrea. Nella foto Elisabetta e l’allora piccolo Carlo camminano con i loro cani lungo la Liverpool Street Station, dopo essere tornati da Sandringham in treno (piccola curiosità: con la nascita del duca di York la Regina divenne la prima monarca regnante a dare alla luce un bimbo dopo 103 anni, visto che Carlo e la principessa Anna erano nati quando Elisabetta non era ancora salita al trono). Molti utenti, sbalorditi, si sono chiesti per quale motivo non siano mai state diffuse fotografie di Elisabetta in stato interessante. La defunta monarca, infatti, avrebbe portato a termine le sue quattro gravidanze, tra il 1948 e il 1964, nel più assoluto riserbo. Un comportamento che oggi potrebbe essere definito un’eccezione, forse perfino una stranezza, soprattutto se pensiamo al fatto che la monarca ha dato alla luce quattro principi, tra cui un erede al trono di una delle più grandi casate del mondo.
Nessun annuncio
Questa ritrosia non si limitava alle fotografie. Buckingham Palace, per esempio, non annunciò direttamente la nascita del futuro Carlo III, ma si limitò a diffondere una nota, riportata dal New York Times nel 1948, in cui comunicava il temporaneo ritiro di Elisabetta, all’epoca non ancora Regina, dalla scena pubblica: “Sua Altezza Reale la Principessa Elisabetta non svolgerà impegni pubblici dopo la fine di giugno”. Carlo nacque cinque mesi dopo questa dichiarazione ufficiale, il 14 novembre 1948, alle 21:14. Non fu neppure presentato al mondo dai genitori sorridenti di fronte all’ospedale, come accade oggi: prima della mezzanotte di quello stesso giorno venne semplicemente affisso il consueto annuncio della nascita sui cancelli del Palazzo.
Una tradizione infranta
Carlo III venne alla luce dopo trenta ore di travaglio e con un parto cesareo, ha specificato il Daily Mail, in un “reparto maternità improvvisato nella Belgian Suite” di Buckingham Palace. Fu il primo royal baby a nascere nella residenza reale dopo 62 anni. L’ultima era stata la principessa Patricia, nipote della regina Vittoria, il 17 marzo 1886. Con l’arrivo di Carlo venne interrotta una tradizione ormai anacronistica: a ogni nascita reale, infatti, doveva presenziare il ministro dell’Interno. La sua testimonianza era fondamentare per assicurare al governo e al popolo che il bimbo venuto al mondo fosse davvero l’erede legittimo (scongiurando, così, l’eventualità, per nulla astratta nei secoli passati, di uno scambio di neonati). A metà del Novecento, però, non vi era più bisogno che un funzionario governativo assistesse a un parto royal.
Il “tabù” della gravidanza
Il motivo di tanta riservatezza è molto semplice: all’epoca la gravidanza di Regine e principesse, come ha scritto Harper’s Bazaar, veniva considerata “un tabù”. Non se ne parlava molto, era un periodo che le aristocratiche vivevano tra le mura del Palazzo. A dire il vero anche per le comuni mortali si trattava di una fase della vita piuttosto privata, sebbene non vi fosse la stessa assoluta discrezione che circondava le donne royal. Questa sorta di interdizione spiega anche il pudore del comunicato ufficiale di Buckingham Palace del 1948, in cui non viene mai menzionata la parola “gravidanza”. Addirittura, ha sottolineato Newsweek, era considerato “indecente” pubblicare foto delle donne Windsor in stato interessante. Forse a qualcuno tutta questa premura potrà sembrare una sciocchezza, ma non lo è. Più che altro parliamo di una sensibilità diversa nei confronti di questo tipo di argomenti (chiarimento importante: non necessariamente una sensibilità maggiore o minore in modo netto rispetto alla nostra, semplicemente differente e sfumata a seconda delle epoche, delle classi sociali, della personalità individuale).
Una parola “volgare”
Sembra che la regina Elisabetta detestasse la parola "incinta", considerandola “volgare” e avesse vietato ai parenti di pronunciarla in sua presenza. Preferiva, come ha riportato Gloucestershire Live, che ci si riferisse alle donne incinte usando un’espressione inglese ormai desueta, "in the family way”, cioè “in dolce attesa”.
Tutto cambia con Lady Diana
Lady Diana inaugurò delle nuove tradizioni per quel che concerne la maternità a Palazzo. Il principe William fu il primo royal baby a nascere in ospedale. Inoltre, dopo il parto, Carlo, Diana e il loro primogenito vennero fotografati all’ingresso del St. Mary’s Hospital a Paddington. Da quel momento i neogenitori presero l’abitudine di presentare i loro bambini al pubblico di fronte all’ospedale in cui era avvenuto il parto, lasciando che i fotografi scatenassero i flash. L’eccezione venne rappresentata dalla nascita del piccolo Archie, che nacque al Portland Hospital di Westminster il 6 maggio 2019, ma i duchi di Sussex scelsero di presentare il royal baby due giorni dopo la nascita dal Castello di Windsor.
La priorità ai figli
Diana, comunque, fece molto di più che introdurre nuove usanze. Rivoluzionò il ruolo di madre a corte. Fino a quel momento, infatti, i sovrani avevano il dovere di mettere le questioni di Stato prima della loro stessa famiglia e persino dei loro desideri. Elle.com ha scritto in proposito: “La regina Elisabetta mantenne un rapporto più distante e formale con i suoi bambini, visto che si era assunta la responsabilità della monarchia in giovane età. I suoi figli…trascorsero buona parte della loro infanzia in compagnia delle tate, mentre la loro madre bilanciava la sua immensa mole di lavoro governando il Commonwealth”. Lady Diana, invece, “cambiò le dinamiche, qualcosa di impensabile se consideriamo l’educazione dei bambini reali della generazione precedente”. Diana diede la priorità a William e Harry: li accompagnava a scuola, partecipava alle attività scolastiche, li portava al cinema, giocava con loro, li abbracciava in pubblico e dimostrava ai ragazzi tutto il suo amore materno. Nel documentario “Diana, Our Mother, Her Life and Legacy” (2017) il principe Harry disse: “Ci ricopriva d’amore”. Il fratello William aggiunse: “Mia madre coltivava quei momenti di privacy e il fatto di poter essere quella madre, piuttosto che la Principessa del Galles”. Il suo esempio è stato seguito da William e Harry, che sono diventati dei padri moderni, impegnati tanto quanto le loro mogli nel difficile mestiere del genitore.
Iperemesi gravidica
Kate Middleton non ha mai nascosto di aver sofferto di iperemesi gravidica durante tutte e tre le sue gravidanze. Appena pochi decenni prima sarebbe stato impensabile parlare di una questione così intima. Si tratta, infatti, di un disturbo che si manifesta con nausea e vomito. Gli episodi, però, possono essere così frequenti e intensi da non permettere neppure lo svolgimento delle attività di tutti i giorni, hanno spiegato il People e Sky News. Nel dicembre 2012, al Winter Whites Gala tenutosi al Royal Albert Hall di Londra, il principe William parlò apertamente del problema di sua moglie, che le era costato tre notti in ospedale e l’aveva costretta a cancellare tutti i suoi impegni ufficiali: “Non dovrebbero chiamarle nausee mattutine”, disse, citato dal Daily Mail, “perché sono nausee che durano tutto il giorno e tutta la notte”. Questa rivelazione contribuì non solo ad avvicinare William e Kate alle persone, ma anche a infrangere un altro tabù sulla gravidanza, facendo sentire molte donne meno sole.
“Un periodo in cui non ne parli”
Fu Zara Tindall, figlia della principessa Anna, a rompere uno dei tabù più forti e dolorosi, non solo nella royal family quando, in un’intervista al Sunday Times del 2016 raccontò la sofferenza provata dopo aver perso il bambino che aspettava: “Per me la parte peggiore fu il fatto che dovevamo dirlo a tutti…Hai bisogno di un periodo in cui non ne parli, perché è troppo difficile ma, come succede per tutte le cose, il tempo è un grande guaritore”. Anche Sophie di Wessex aveva avuto un aborto a causa di una gravidanza extrauterina, come ha spiegato il magazine Hello. Nel 2001, fuori dall’ospedale in cui era stata ricoverata la moglie, il principe Edoardo aveva detto: “È un momento traumatico…la cosa più dolorosa che una persona possa subire”.
“Le perdite che condividiamo”
Meghan Markle raccontò di aver affrontato un aborto spontaneo. Il suo fu, forse, il caso più eclatante nella royal family, visto che i Sussex si erano dimessi da pochi mesi dai loro ruoli ufficiali. Nel novembre 2020 la duchessa scrisse un editoriale del New York Times dal titolo “Le perdite che condividiamo”, nel quale confessò: “Prepara la colazione, dai da mangiare ai cani…Prendi mio figlio dalla sua culla. Dopo aver cambiato il suo pannolino, ho sentito un forte crampo. Mi sono lasciata cadere a terra con lui tra le braccia, canticchiando una ninna nanna per tenerci calmi…Sapevo, mentre stringevo il mio primogenito, che stavo perdendo il secondo”. Meghan si rivolse in particolare alle donne: “Perdere un figlio significa portare con sé un dolore quasi insopportabile, vissuto da molti ma di cui parlano in pochi… nonostante la sconcertante comunanza di questo dolore, la conversazione rimane un tabù, piena di vergogna (ingiustificata)”.
Le lacrime della principessa Beatrice
Lo scorso 22 gennaio è venuta al mondo Athena, la figlia della principessa Beatrice e del marito Edoardo Mapelli Mozzi. Il 23 marzo 2025, in un articolo su British Vogue, la figlia del principe Andrea ha rivelato la sofferenza e la paura per la nascita prematura della bambina: “Niente ti prepara al momento in cui capisci che tuo figlio arriverà prima del tempo”, aggiungendo: “Non è qualcosa che si può controllare”. Beatrice di York ha poi affermato: “Come moltissime madri sono rimasta sveglia nelle settimane precedenti alla nascita, provando a controllare ogni movimento del bambino nel mio ventre, chiedendomi un migliaio di volte ‘e se succede questo?’, ‘e se succede quello’?”.
Infine ha ammesso: “[Athena] era così piccola che ci sono volute settimane prima che le lacrime di sollievo si asciugassero…I suoi piedi erano così piccoli, quasi delle stesse dimensioni delle zampe dei coniglietti di peluche della mia figlia più grande [Sienna]”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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