Quando si pensa alla defunta regina Elisabetta II la prima parola che viene in mente è "devozione", alla Corona, al suo ruolo, al suo Paese. Chiunque, infatti, ammirava la Regina per il suo spiccato e innato senso del dovere, con cui ha regnato sul Regno Unito fino ai suoi ultimi giorni di vita. Il fatto che fosse anche una madre, precisamente la "mammy" di Carlo III (neo-re britannico), Anna, Andrea ed Edoardo passava spesso in secondo piano. E non doveva esser stato facile per quei quattro bambini, poi diventati adolescenti e adulti, crescere all’ombra, e non a fianco, di una presenza così ingombrante e impegnata. È forse per questo che nessuno dei figli sembra assomigliarle particolarmente, probabilmente per loro stessa volontà, men che meno Carlo III. Nel suo primo discorso alla nazione il neo sovrano ha rinnovato la promessa di sua madre di rimanere al servizio del popolo britannico fino alla fine dei suoi giorni, mostrando una certa continuità tra i due regni, ma senza dubbio lo farà in modo diverso.
"Elisabetta è sempre stata una conservatrice, anche se ha saputo far convivere perfettamente progresso e tradizioni. Carlo è decisamente più progressista", ha detto a ilGiornale.it Lavinia Orefici, esperta della royal family. Carlo è figlio di un’epoca moderna, in cui ha potuto conoscere una vita "normale" prima di diventare re, a differenza della defunta madre: è andato all’università, si è dedicato alle sue passioni, si è innamorato di una donna, Camilla Parker, ha avuto una relazione con lei, per poi lasciarsi e riprendersi; si è sposato con un’altra donna, Diana, che non amava e da cui ha potuto divorziare, per poi ritornare tra le braccia di colei che lui riconosceva come l’amore della sua vita. Un trouble che decisamente Elisabetta non ha mai approvato e che in più occasioni ha rischiato di rovinare il loro già delicato rapporto madre-figlio.
Partiamo dalle origini, che madre è stata Elisabetta per il Carlo bambino?
"Con Carlo e Anna il rapporto è stato diverso, rispetto a quello avuto con Andrea ed Edoardo. I primi due figli sono nati quando Elisabetta era ancora una principessa, mentre gli altri sono arrivati quando lei era già una regina, da oltre dieci anni, e aveva il mestiere ben saldo nelle sue mani. Carlo oltretutto era il primogenito, rappresentava quindi la continuazione della dinastia sul trono. Per Elisabetta è sempre stato prima di tutto il 'dovere'. Ovviamente lui avrà sofferto per questa mamma assente, devota più di ogni cosa alla Corona. Possiamo dire, infatti, che la vera figura materna per Carlo sia stata la Regina Madre: è con lei che passava più tempo e si confidava. Quando è morta, il re ha lasciato infatti parole molto forti, parlando della nonna".
È risaputo che Elisabetta II avesse un occhio di riguardo per il principe Andrea. Pensa che Carlo III abbia mai sofferto la competizione con il fratello minore e che la "gelosia" sia la causa del suo allontanamento dalla vita pubblica?
"Con Carlo Elisabetta è stata prima Regina, poi mamma. Con Andrea, invece, il contrario. In realtà con gli ultimi due. Ci sono sempre dei problemi tra il primo e il secondo figlio. Ma più che altro penso si tratti di questo: con il passare degli anni il regno di Elisabetta si andava esaurendo, e si delineava quello di Carlo III con la monarchia più slim. Parallelamente negli anni ad Andrea sono stati attribuiti vari scandali, ultimo quello di Virginia Giuffre. C’è quindi da chiedersi se Carlo non sapesse già qualcosa, quindi stesse cercando le contromisure per salvare la Corona e la monarchia slim non gli sia tornata utile in questo. Perché lui ormai già da diversi anni si batte per questa idea di regno. Quando c’è stato il famoso patteggiamento con la Giuffre, si è fatta questa scelta per non rischiare che il Giubileo di Platino venisse oscurato. Con il senno di poi è stata la scelta migliore".
La questione Lady Diana ha raffreddato ulteriormente i rapporti tra madre e figlio? Pensa che Carlo ritenesse la Regina responsabile delle sue sofferenze?
"Chiariamo un punto: Carlo non ha mai avuto un’imposizione dalla madre che gli impedisse di sposare Camilla Shand. Carlo sapeva che il suo matrimonio avrebbe dovuto rispettare certi criteri e quindi aveva capito da sé che Camilla non era la donna giusta. Diana Spencer (sulla carta) era la candidata ideale. Secondo la Regina nulla sarebbe potuto andare storto in quella unione, salvo che erano due persone con caratteri completamente diversi, incompatibili, al di là della terza incomoda. Non scordiamo, però, che alla fine Carlo si è imposto per sposare la donna della sua vita, in anni in cui la Regina era ancora molto rigida".
La morte di Diana è stata probabilmente il momento storico più difficile per entrambi. Che conseguenze ha avuto?
"È stato sicuramente il momento più difficile, ma ne sono usciti in maniera diversa. Elisabetta II si è rafforzata, nel senso che la sua popolarità non è mai stata davvero messa in discussione, anzi è diventata un’icona mondiale. Carlo, invece, ha sempre avuto una popolarità tiepida, anche da prima di quell’episodio. È sempre oscillata intorno al 50%, non è mai stato tra i primi tre royals più amati".
Il rapporto tra Elisabetta e Carlo sembra essersi sanato negli ultimi anni. Spesso le foto li ritraevano sorridenti e affiatati, anche in compagnia di Camilla. Com’era il rapporto tra di loro negli ultimi tempi?
"Anche se non è stato dichiarato pubblicamente, non è mai stato un mistero che i Windsor non amassero Camilla e la considerassero una disgrazia, perché qualsiasi cosa mettesse in pericolo il buon nome della Corona era vista come un problema. Camilla ha ricoperto questo ruolo per anni. Durante i 70 anni di Carlo, però, la Regina ha fatto un brindisi molto caloroso nei confronti di Carlo e Camilla. Il riconoscimento più grande è arrivato nel febbraio di quest’anno, quando Elisabetta II ha detto pubblicamente che sperava che il popolo offrisse a Camilla lo stesso affetto riservato a lei, appellandola come futura regina consorte".
Cosa pensa abbia portato al miglioramento di questo rapporto? C’entra la morte di Diana o si tratta di un qualcosa scattato successivamente?
"Carlo con il tempo ha imposto ancora di più la sua strada, si è impuntato per sposarsi con Camilla, rischiando di creare una grossa rottura. Quindi la morte di Diana non può essere stata un punto di svolta. Piuttosto penso sia stata Camilla, che al fianco di Carlo lo ha reso un uomo più sicuro e un principe di Galles più conscio di sé. Anche perché il re ha sposato una donna con cui non faceva a gara di popolarità, come con la sua defunta moglie Diana. Quindi da lì anche il rapporto con Elisabetta è cambiato: la Regina stessa deve essersi ricreduta su Camilla, capendo che la sua presenza faceva bene a Carlo III".
Solo gli stolti, dopo tutto, non cambiano mai idea, e decisamente la regina Elisabetta non faceva parte di questa categoria.
Così negli ultimi anni è riuscita a mostrare al pubblico anche il suo lato più "materno", capace di andare oltre (come chiunque) le intemperanze di un figlio che cercava il suo posto nel mondo e che alla fine lo ha trovato.
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