Il carcere, i successi, la romanità: Franco Califano e i dubbi sulle cause della morte

Il 30 marzo 2013, all'età di 74 anni, moriva uno dei cantautori più eclettici e discussi della scena musicale italiana

Il carcere, i successi, la romanità: Franco Califano e i dubbi sulle cause della morte
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"Tutto il resto è noia", "La mia libertà", "Minuetto", "Io nun piango", sono solo alcune delle canzoni scritte da Franco Califano e che sono rimaste nella storia della musica italiana. Brani che sono diventati successi e hanno attraversato decenni, rendendo "immortale" uno degli artisti più eclettici e discussi del panorama musicale italiano. Il Califfo non era solo un paroliere dalla penna diretta e profonda - capace di scrivere nella sua carriera oltre mille canzoni - ma era anche un interprete straordinario con una voce graffiante dove la sua romanità spiccava decisa. Dagli anni '60, quando iniziò a scrivere per artisti di grande calibro come Mia Martini e Ornella Vanoni, agli anni '70, quando ottenne il successo con l'album "Tutto il resto è noia", fino agli ultimi giorni di vita Franco Califano ha saputo raccontare la vita attraverso la musica con melodie coinvolgenti e testi emotivi su temi come il sesso e la solitudine. Non è un caso che, all'ultimo Festival di Sanremo, ben tre artisti (Willy Peyote, Noemi e Tony Effe) gli abbiano reso omaggio a tredici anni dalla sua scomparsa.

I due arresti e gli anni in carcere

Franco Califano è finito spesso al centro della cronaca giudiziaria. All'inizio degli anni '70 il cantautore fu arrestato per possesso di droga in una inchiesta nella quale venne coinvolto anche l'attore Walter Chiari. Quattordici anni dopo quell'episodio Califano venne nuovamente arrestato questa volta per associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. L'artista venne accusato da due pentiti mafiosi e finì nella stessa inchiesta, che vide coinvolto anche il conduttore Enzo Tortora. Franco Califano non negò mai l'amicizia con il boss Turatello, ma si professò innocente riguardo alle attività criminali contestategli. Il cantautore rimase in carcere molti mesi prima di venire assolto con formula piena a seguito della ritrattazione dei due pentiti, ma di quella durissima esperienza portò i segni anche nel fisico con i primi problemi al cuore. Nel carcere di Rebibbia, infatti, Califano fu colto da un malore e nella prima intervista rilasciata dopo la sua scarcerazione confessò: "Ho avuto perdite considerevolissime in seguito a questa vicenda. C'è poi l'incognita: non so che situazione troverò, una volta in libertà. Sono preoccupato per il mio lavoro e perla mia salute. A me hanno dovuto dare gli arresti domiciliari per forza, c'erano i cardiogrammi".

Le ultime settimane di vita

Sulle cause del decesso di Califano si è molto discusso. Quando la sua morte venne annunciata, il 30 marzo 2013, molti quotidiani riportarono la notizia che il cantautore fosse morto dopo una lunga malattia. I suoi collaboratori più stretti, però, fecero chiarezza parlando delle sue ultime settimane di vita prima dell'arresto cardiaco che lo stroncò. "Era in piena attività artistica. Fino all'ultimo giorno non ha smesso di cantare e di scrivere canzoni. Il Maestro stava per partire per un mini tour con accompagnamento di pianoforte, batteria, chitarra e contrabbasso", raccontò il cantautore Enrico Giaretta, suo pianista e figlio artistico.

Califano stava lavorando anche a un nuovo album in chiave jazz, che però non venne ultimato. Il 18 marzo 2013 Califano si era esibito al Teatro Sistina di Roma e tre giorni dopo a Gioia del Colle. Impossibile prevedere che pochi giorni dopo se ne sarebbe andato clamorosamente come clamorosamente aveva vissuto.

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