"Devo a mia madre l'uomo che sono oggi". Il tiktoker Donato De Caprio si racconta

Donato De Caprio è tornato sui social network, che l'hanno reso uno dei food influencer più celebri della rete, dopo l'omicidio della madre, che ha sconvolto Napoli e le pagine di cronaca nera dei giornali. Ha scelto di raccontarsi, per la prima volta dal giorno dell'omicidio di sua madre, perché la sua è una storia che racconta di passione

"Devo a mia madre l'uomo che sono oggi". Il tiktoker Donato De Caprio si racconta

Il tragico omicidio della madre, Rosa Gigante (73 anni) avvenuto il 18 aprile scorso, lo ha portato sulle pagine di cronaca nera di tutti i giornali del paese. Fino a quel momento la storia di Donato De Caprio, era la storia di un uomo che ce l'ha fatta, solo grazie alle sue forze e la passione per il suo lavoro. Famoso per essere diventato, in brevissimo tempo, il salumiere più celebre di Napoli, nelle scorse settimane il suo volto è stato, purtroppo, avvicinando al triste epilogo della sua amatissima madre. Dal momento della notizia dell'omicidio di sua madre è stato assente dai social per diversi giorni; oggi è finalmente tornato sui suoi canali da numeri impressionanti: oltre 3 milioni di follower su TikTok e ben oltre 160mila su Instagram. Sono numeri da influencer per un rappresentate della Napoli più bella, quella basata sulla passione, sulla cultura del lavoro e sulla solarità. Purtroppo la triste vicenda di cronaca che ha investito la sua famiglia nelle scorse settimane ha impedito a Donato di continuare a vivere a pieno il successo della sua attività di Via Pignasecca, nel pieno centro storico di Napoli.

Che ricordo hai di tua mamma?

Non ci sono parole, è difficile parlare di questo per me. La mamma è la mamma, già solo quando dici “mamma” hai detto tutto. Questo è un cordone ombelicale che non si stacca mai.

Hai detto che vuoi lottare fino in fondo per lei, e per arrivare alla ferità, lo confermi?

Assolutamente sì.

Quanti figli hai? Ti aiutano in salumeria?

Quattro figli di 15, 13, 11 e 9 anni. Tre maschietti e una femminuccia. Assolutamente no, sono piccoli, devono andare a scuola. Voglio che vanno a scuola e non fanno la stessa mia fine.

Perché? Tu hai interrotto presto gli studi?

Io ho preso il diploma di scuola media, ma già quando frequentavo la prima media avevo iniziato a lavorare.

Cosa ti fa paura se pensi che i tuoi figli non continuino il loro percorso di studi?

Io alla loro età non ho potuto studiare per causa di forza maggiore, perché venivo da una famiglia un po’ particolare, che aveva bisogno di soldi, e sono dovuto andare a lavorare. Oggi non sono milionario, ma i miei figli non devono andare a lavorare, perché ho la possibilità di mandarli a scuola. Se il mio primo figlio facesse degli studi che gli permettono di diventare maresciallo dei carabinieri, per esempio, per me sarebbe una soddisfazione enorme. Poi se non volessero studiare liberissimi, però se questo dovesse accadere vorrà dire che verranno a lavorare in salumeria. Io sono di vecchia tradizione in questo: o studiano, oppure si rimboccano le maniche e vengono a lavorare.

Questo modo di pensare, di vedere il lavoro con questa disciplina, ti è stato trasmesso dalla tua famiglia?

Sì, assolutamente sì. Se sei per strada senza fare niente è più facile sbagliare. Se invece vai a lavorare è meno facile sbagliare. Io a 12 anni sono andato a lavorare, accompagnato da un adulto responsabile, ho potuto capire le cose giuste e quelle sbagliate, oltre che a imparare un lavoro, che è quello che faccio ancora oggi.

In questo la figura di tua madre, che purtroppo come sappiamo oggi non c'è più, è stata molto importante.

Io sono stato uno scugnizzo, un po' particolare, un ragazzino ribelle. Mia madre è stata molto tenace nel curare la mia crescita. Lei e mio padre mi hanno sostenuto, e mi hanno messo in riga, ed è a lei, ed a loro due, che devo la persona che sono diventato oggi.

La passione per quello che fai oggi, attività di successo ormai nazionale, è sempre stata con te?

Questa passione mi è stata trasmessa dal mio titolare, il mio primo datore di lavoro, che ha iniziato ad insegnarmi questa professione quando avevo 12 anni. A me piace tanto capire, e mi sono appassionato a questo mestiere grazie alle sue "dritte" su come conoscere e valorizzare i prodotti. Io ancora oggi quando trovo un prodotto nuovo me lo vado a studiare, per capire chi lo fa, dove viene fatto, come viene fatto e cerco sempre di scoprire cose nuove. Io amo proprio da morire fare il mestiere del salumiere.

Tu hai reso celebre questo mestiere utilizzando un mezzo moderno come i social network, partendo da uno dei social più amato dai giovanissimi, TikTok. Come sei riuscito a fare questa cosa così bene?

Ovviamente prima di ogni cosa grazie ad una buna dose di fortuna; non ho fatto il mio primo video per promuovere un personaggio, ma per far conoscere la mia passione. Quando ho fatto il primo video ho presentato "Donato, il salumiere" dicendo: "Questa è la mia passione, il mio mestiere, fatto di mille colori e di tanti odori”.

Come è proseguito, quindi, questo viaggio nel mondo dei social, per arrivare al successo che hai ora?

Ho visto che andava benissimo, e quindi ho continuato, passando a presentare i prodotti tipici campani. Ti faccio degli esempi: prendevo il caciocavallo di Sorrento, lo andavo a tagliare, e spiegavo tutte le sue carattersitiche e come si poteva mangiare. Alle persone piaceva questo modo. Poi ho pensato di presentare quella che è la classica merenda napoletana, perché era arrivato il mese di giugno, e ho pensato di mostrare, soprattutto al popolo del nord Italia, come viviamo noi a Napoli quello che qui si chiama “l’orario di spacco”. Quindi i vari fabbri, meccanici, parrucchieri, che nella loro pausa vengono in salumeria per fare la merenda, e mangiarla in strada. E io ho presentato quindi il panino, ovvero la merenda napoletana. Ogni giorno, vedendo che la cosa cominciava a piacere sempre di più, presentavo quindi un tipo di panino diverso, con un abbinamento differente.

E come nasce la tua frase più popolare, "con mollica o senza"?

A questo punto è arrivata “con mollica o senza” sui social, ma in realtà era una cosa che io avevo cominciato a fare già da molto tempo per quanto riguarda il mio lavoro. Ti spiego perché: inizialmente io facevo i panini senza togliere la mollica, quindi il cliente dopo aver pagato, veniva a ritirare il panino, che io a quel punto avevo già preparato, chiuso e confezionato. Spesso solo quando tornavano a ritirare il panino dopo aver pagato, i clienti mi chiedevano di togliere la mollica. Questo voleva dire che dovevo riaprire la confezione e “sgualcire” il panino. Perciò, sempre per il grande amore che metto nel mio lavoro, non solo per ottimizzare i tempi, ma per garantire che i prodotti fossero ben sistemati e abbinati nel panino, ho iniziato a chiedere fin da subito al cliente se desiderasse il panino “con mollica o senza”.

Che rapporto hai con Napoli?

Bellissimo! Napoli è una città che ti da tante emozioni, i napoletani li conosciamo tutti, sono un popolo passionale. Io amo la mia città e non posso che parlare bene di Napoli. Poi devo dire che mi stanno dando tantissime soddisfazioni napoletani e campani che vengono qui a conoscermi e a provare i miei prodotti.

Questo è l’anno di Napoli, lo abbiamo visto con il successo del Napoli Calcio, ma anche nella serialità televisiva, con il grande successo di Mare Fuori.

Ho seguito Mare Fuori e mi è piaciuto molto, e voglio spendere una parola a favore di un altro fattore che sta portando Napoli ad essere conosciuta in Italia e nel mondo, ovvero il lavoro dei TikToker napoletani, i grandi lavoratoti napoletani che stanno facendo conoscere la parte bella della nostra città.

Lo diceva anche Vincenzo Salemme, napoletano doc, alla vigilia dello scudetto del Napoli, che non c’è più bisogno di parlare di riscatto quando si parla di questa città. Sei d'accordo?

Assolutamente si! Napoli non ha mai avuto

bisogno di riscattarsi, oggi siamo solo uscendo più alla luce, raccogliamo tutti i benefici per chi siamo davvero; come me in città ci sono tante belle persone, onesti lavoratori, che oggi stanno uscendo fuori finalmente.

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