Il principe Harry doveva testimoniare contro il Mirror Group Newspapers lo scorso 5 giugno, ma è arrivato a Londra troppo tardi. A trattenerlo è stato il secondo compleanno della figlia, Lilibet Diana. La sua assenza ha contrariato il giudice Francourt, che si è detto “un po’ sorpreso” e l’avvocato della controparte, Andrew Green, “molto risentito” per un ritardo che farebbe solo “perdere tempo” al tribunale. Il 6 giugno 2023, però, Harry si è finalmente presentato di fronte all’Alta Corte di Londra, recriminando contro i tabloid e, nello stesso, scrivendo una pagina importante di storia inglese.
Harry di fronte all’Alta Corte di Londra
Alle 11.25 circa del 6 giugno 2023 il principe Harry, espressione rilassata, giacca e cravatta, è sceso dalla sua Range Rover per presentarsi di fronte all’Alta Corte di Londra e testimoniare nel processo contro il gruppo Mirror. Questo è solo una delle tre battaglie legali che il duca di Sussex sta portando avanti contro i media, accusati di aver violato la sua privacy. Harry, infatti, ha denunciato anche il Daily Mail e il gruppo editoriale di Rupert Murdoch. Finora le scuse pubbliche e “senza riserve” sono arrivate proprio dal Mirror Group Newspapers, che ha ammesso delle intrusioni nella vita privata del duca e la necessità di un “risarcimento adeguato”.
Tra queste violazioni della libertà personale, ha spiegato il principe nella denuncia, sarebbero intercettazioni illegali, avvenute in un periodo compreso tra il 1996 e il 2011, che avrebbero avuto gravi ripercussioni sulla sua quotidianità. David Sherborne, il legale di Harry, sostiene che a causa dei continui attacchi dei media il duca avrebbe visto fallire la sua relazione con Chelsy Davy, sprofondando nella “depressione”. A quanto sembra, la coppia si sarebbe sentita accerchiata dai paparazzi e avrebbe iniziato a vedere potenziali traditori ovunque, perfino tra gli amici. I sospetti e i timori avrebbero finito per soffocare la relazione. Chelsy capì che “la vita nella Casa Reale non era per lei”, mentre per Harry, all’epoca “poco più di un bambino” (aveva 19 anni) l’addio fu “straordinariamente duro” da affrontare.
“Chiamatemi principe Harry”
Da 132 anni non si vedeva un membro della royal family di fronte all’Alta Corte di Londra. Prima di Harry solo il principe Edoardo (futuro Edoardo VII) testimoniò in un processo per diffamazione nel 1891. È un evento storico e un precedente da non sottovalutare nella storia inglese e della royal family. Inizialmente la corte si è rivolta al royal teste chiamandolo “Sua Altezza Reale”, ma dopo il giuramento Harry ha detto: “Chiamatemi solo principe Harry” (ma non era lui il duca ribelle che voleva tagliare i ponti con i Windsor? Non è sempre lui ad aver denigrato la Corona? Sembra contraddittorio che continui a usare il titolo di un’istituzione su cui ha lanciato per anni dardi infuocati).
Il principe Harry si è anche lanciato in una dura accusa al governo britannico, infrangendo apertamente la neutralità politica della famiglia reale. Nella nota scritta di 55 pagine, che ha accompagnato la sua testimonianza, il duca di Sussex ha dichiarato: “Il nostro Paese è giudicato nel mondo intero in base allo stato della nostra stampa e del nostro governo. Entrambi, credo, hanno toccato il fondo. La democrazia fallisce quando la stampa non riesce a controllare e richiamare alle sue responsabilità il governo scegliendo, invece, di conviverci in modo da avere garantito lo status quo”.
“Incitamento all’odio da parte della stampa”
Dopo l’affondo contro il governo Harry si è scagliato direttamente contro i tabloid. Sempre nella nota ha spiegato che la sua fuga negli Stati Uniti con Meghan Markle sarebbe “in gran parte dovuta alla costante intrusione, all’incitamento all’odio e alle molestie da parte della stampa scandalistica in ogni aspetto della nostra vita privata, che ha avuto un impatto devastante sulla nostra salute mentale e sul nostro benessere. Eravamo molto preoccupati per la sicurezza e l’incolumità di nostro figlio”.
Ancora una volta il principe ha collegato in un rapporto di causa ed effetto la violazione della privacy, che sarebbe stata portata avanti dai giornali e l’equilibrio mentale. Chissà se scrivendo queste parole Harry ha ripensato anche alle complicate relazioni tra Lady Diana e la stampa, fino all’incidente del Tunnel dell’Alma, origine di quasi tutti i mali del duca.
“Una spirale discendente”
Il principe Harry ha ripensato anche alla sua infanzia e alla sua adolescenza, trascorse sotto i riflettori: Da adolescente e poco più che ventenne ho finito per sentire come se stessi giocando a molti dei titoli e degli stereotipi che mi venivano attribuiti, fondamentalmente perché pensavo che, se stavano stampando quella spazzatura sul mio conto e la gente ci credeva, forse potevo comportarmi in quel modo. Era una spirale discendente, per cui i tabloid cercavano costantemente di convincermi, da giovane ‘danneggiato’, a fare qualcosa di stupido per poterci scrivere una storia e vendere tanti giornali. Se ci ripenso ora, il loro comportamento è stato assolutamente vile”.
Il duca ha ammesso di non aver mai compreso “in che modo i dettagli intimi…delle mie relazioni… possano avere qualcosa a che vedere con il benessere della società e…essere di pubblico interesse”. A proposito delle intercettazioni, invece, Harry ha chiarito: “I tabloid pubblicavano…articoli su di me spesso errati, ma intervallati da frammenti di verità che probabilmente, penso, sono stati raccolti attraverso le intercettazioni…I miei messaggi vocali includevano informazioni molto private e sensibili sulle mie relazioni, la mia sicurezza…e quella della mia famiglia, il mio lavoro nell’esercito e come membro senior della royal family”.
Controinterrogatorio
Il duca di Sussex ha affrontato anche il controinterrogatorio da parte di Andrew Green, definito da uno dei suoi clienti “una bestia in tribunale” e dal sito The Legal 500 “incisivo”, “aggressivo” e “implacabile”. Il principe non ha mostrato timore e in una delle sue risposte ha rivelato: “Ho sperimentato l’ostilità della stampa da quando sono nato”. Ciò lo avrebbe portato a coltivare, suo malgrado, un senso di sfiducia nei confronti delle persone che gli stavano accanto, perché avrebbero potuto leggere gli articoli scritti su di lui, farsi un’idea forse divergente dalla realtà e in base a questa impostare il loro atteggiamento nei suoi confronti. Una visione pessimista della vita che avrebbe orientato ogni scelta del principe Harry.
Green ha anche chiesto chiarimenti riguardo una frase riportata nella deposizione scritta, in cui Harry sostiene che i giornalisti avrebbero le mani sporche di sangue. Il duca ha risposto: "Spero di porre fine alla follia della stampa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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