La collezione di costumi mare disegnata da Valentina Ferragni in collaborazione con un noto brand di beachwear sta facendo molto discutere. Sorvolando sui prezzi - che oscillano tra 150 e 180 euro - il popolo dei social si è soffermato sul design studiato dalla sorella minore di Chiara Ferragni, tutt'altro che inclusivo. Il pubblico si è spaccato in due tra chi ha trovato brutti i modelli disegnati dalla Ferragni e chi, invece, ha apprezzato il progetto, ma le critiche più importanti hanno toccato un tema decisamente caro all'influencer: l'inclusività.
In più di una occasione Valentina Ferragni si è lamentata del body shaming subito sui social network, ma ora la sua capsule di costumi sembra quasi favorirlo visto che i bikini creati non valorizzano affatto i corpi formosi e rotonti. "In pratica noi ragazze 'normali' e non adolescenti piatte e magre non possiamo indossarli", ha commentato una utente su Instagram, sotto al post nel quale l'influencer presentava uno dei modelli, mentre un'altra aggiungeva: "Ma se una ha seno dove lo mette?". La collezione, composta da quattro modelli, prevede infatti solo la taglia unica (mentre un modello arriva fino alla terza misura) senza tenere conto dell'ampia varietà di taglie e della diversa fisicità di donne giovani e meno giovani. Un aspetto sul quale Valentina ha puntato più volte l'attenzione, ma che non ha considerato disegnando i suoi costumi.
La polemica sui social
Così le critiche si sono moltiplicate: "La collezione è bellissima come lo sei te, complimenti, ma mi dispiace vedere che non ci sia inclusività. Praticamente questi costumi possono essere indossati solo da chi ha poco seno ed un fisico super asciutto. Del resto delle fisicità non importa nulla". Valentina Ferragni ha provato a spiegare: "La modella di bionda ha una quarta di seno naturale, io una seconda e la ragazza bruna una prima, così da far vedere come può vestire più taglie diverse!". Ma la precisazione non ha spento la polemica, che è proseguita sotto al post: "L'anno prossimo fateli anche per quelle con la quinta per favore...l'inclusivita sui costumi è ancora sconosciuta", "Va beh puoi indossarli se sei photoshoppata", "Poi però se escono i rotoli di ciccia non parliamo di body shaming".
La discussione si è letteralmente infiammata e l'influencer ha provato nuovamente a giustificarsi sostenendo che, trattandosi di una collaborazione, non poteva essere fatta una collezione completa, che includesse anche le taglie quinte. Ma questo non ha spento la polemica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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