Da anni J. K. Rowling è nel mirino della comunità LGBT. La creatrice della saga di Harry Potter è accusata di aver assunto posizioni omotransfobiche: in altri termini, non si perdona di aver semplicemente detto che"il sesso è una cosa reale". Tante le campagne di boicottaggio affrontate, con il tritacarne della cancel culture sempre in azione. L'ultimo assalto alla scrittrice di Yate è stato firmato dal Museum of Pop Culture (MoPOP) di Seattle, Washington.
Come riportato dal Telegraph, il museo ha accusato la Rowling di avere"opinioni ricche di odio e controverse". Il riferimento è al mondo arcobaleno, in particolare alla frangia trans: nel 2020 finì nella bufera per aver deriso l'utilizzo della frase "persone che hanno le mestruazioni" al posto di "donne". Ebbene, il MoPOP continuerà a mostrare i cimeli dei film di "Harry Potter", ma verranno cancellati tutti i riferimenti alla creatrice del franchise.
"Il museo si schiera inequivocabilmente con le comunità non binarie e transgender", il commento del Museum of Pop Culture in una nota."C'è una certa entità fredda, senza cuore, che succhia la gioia nel mondo di Harry Potter e, questa volta, non è proprio un Dissennatore", le parole di Chris Moore - transgender che utilizza i pronomi "he/they":"Questa certa persona è un po' troppo esplicita con le sue opinioni super odiose e divisive per essere ignorate... I suoi punti di vista transfobici sono in primo piano in questi giorni, ma non possiamo dimenticare tutti gli altri modi in cui è problematica".
Soffermandosi sulla rimozione della Rowling dalla hall of fame del MoPOP, Moore ha spiegato che i creatori hanno preferito ridurre il suo impatto dalla galleria: "Non è una soluzione perfetta, ma è ciò che siamo stati in grado di fare nel breve termine determinando pratiche a lungo termine". Non pago, Moore ha accusato la scrittrice di"fat-shaming", di"mancanza di rappresentazione LGBTQIA+" e di aver utilizzato "stereotipi razziali" nei suoi libri.
La furia woke è pericolosa, non ci sono dubbi. Ed è alimentato dai soloni pronti a tutto per sfruttare la tendenza del momento. È il caso di molti attori della saga di "Harry Potter", che hanno attaccato senza mezzi termini le posizioni della Rowling. Daniel Radcliffe ha spiegato che molti giovani fan sono stati "feriti" dalle sue opinioni sulle questioni transgender. Rupert Grint, che interpretava Ron Weasley, ha insistito sul fatto che"le donne trans sono donne, gli uomini trans sono uomini", mentre Emma Watson, volto di Hermione Granger, ha fatto una ricca donazione alla controversa organizzazione benefica della lobby trans Mermaids, per poi incoraggiare i suoi follower su Twitter a seguire l'esempio.
E non sono mancate minacce di morte e intimidazioni:"Ne ho ricevute abbastanza da tappezzare la mia casa", l'ironia della Rowling in un'intervista del 2021. Ora l'ennesimo assalto dei fan della cancel culture.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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