Una delle cose che rendono allo stesso tempo affascinante e quasi incomprensibile la Toscana per chi non è nato e cresciuto da queste parti è il fatto che da noi la storia sembra quasi inseguirti. Non è solo il fatto che dovunque ti giri trovi cose affascinanti che hanno qualche secolo sul groppone ma soprattutto che gli abitanti di questa terra sono capacissimi di accapigliarsi come se non ci fosse un domani per eventi successi centinaia di anni fa. Sembra quasi impossibile ma non lo facciamo solo perché, in fondo, siamo degli inguaribili mattacchioni. No, per noi discutere della battaglia di Montaperti è come prendersi a male parole per la partita della Fiorentina.
Eppure, per quanto saremmo perfettamente capaci di parlare per ore della storia della nostra città natale, alcuni eventi della storia toscana sono allo stesso tempo curiosi e sconosciuti ai più. Uno di questi è talmente particolare da decidere di dedicargli un'intera puntata del mio podcast "What's Up Tuscany" che, ogni settimana, vi racconta questa terra attraverso le storie, i luoghi ed i prodotti che l'hanno resa unica al mondo. Cosa rende questa storia così speciale? Avete mai sentito parlare di città che cambiano il santo patrono? A Pisa non solo è successo ma il santo che era stato il talismano delle armate che dominavano il Mediterraneo è stato completamente dimenticato. La cosa che sanno ancora in meno è che dietro questo cambio epocale non c'è stata solo una battaglia sfortunata, come racconta la leggenda, ma una vera e propria cospirazione orchestrata da nientepopodimeno che i nemici di sempre, gli odiati Medici. ASCOLTA LA STORIA
Se ascolterete la puntata intera del podcast, premendo il triangolino bianco nel player qui sopra, vi racconterò di San Sisto Papa e Martire, di come fu una serie di coincidenze fortunate a rendere questo Papa sfortunato il portabandiera di tante vittorie per mare e per terra fino a quando l'incantesimo si ruppe nel modo più doloroso possibile. Nonostante la leggenda racconti che i pisani abbandonarono il loro santo patrono immediatamente dopo la disfatta militare, molti nazionalisti pisani non sono per niente convinti. A sentire loro, il fatto che uno scavezzacollo di una famiglia di mercanti sia stato trasformato di colpo in un santo sarebbe frutto di una serie di eventi poco chiari.
Se il suo nome non compare nelle cronache cittadine, la sua vita è stata resa popolare da un libro scritto da un vescovo nominato dall'Imperatore Federico Barbarossa mentre litigava con il Papa. Dopo secoli di quasi oblio, ci volle l'intervento a gamba tesa dei Medici per farlo diventare santo ed imporlo come patrono di Pisa.
Nonostante si sia fatto di tutto per cancellarlo, molti a Pisa ricordano ancora San Sisto, tanto da rendere il giorno della sua morte una celebrazione del passato militare della Repubblica Marinara e dei tanti pisani morti combattendo per essa. Non c'è niente da fare: non solo in Toscana la storia non muore mai, ma riesce chissà come a rimanere sempre attuale. E questo, forse, è quello che rende questa terra così speciale.
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