"Visibilità gratuita". La strategia della Ferragni: così vuol ridurre la multa

In 34 pagine di ricorso al Tar, gli avvocati di Ferragni spiegano per quale motivo la multa dell'Antitrust per il pandoro "Pink Christmas", dal loro punto di vista sia sproporzionata

"Visibilità gratuita". La strategia della Ferragni: così vuol ridurre la multa
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Come aveva preannunciato lo scorso dicembre, Chiara Ferragni ha impugnato la sanzione dell'Agcm da oltre un milione di euro relativa al pandoro "Pink Christmas" Balocco. Le due società riconducibili all'influencer sono state sanzionate dall'Antitrust per non aver comunicato in maniera adeguata l'operazione commerciale e benefica. Come riporta il Messaggero, la strategia difensiva di Ferragni mette al centro proprio la donazione benefica fatta dall'azienda dolciaria di Fossano.

Nel ricorso al Tar del Lazio depositato dagli avvocati viene specificato che "In nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra l’edizione limitata del pandoro Pink Christmas e il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a tale iniziativa benefica". Tuttavia, quest'affermazione potrebbe essere smentita dallo stesso documento dell'Antitrust dello scorso dicembre, in cui l'Autorità sottolinea che il "comunicato stampa del 2 novembre 2022, diffuso al pubblico per presentare l’iniziativa, riportava in modo esplicito che le vendite del Pandoro 'griffato' sarebbero servite a reperire i fondi utili alla donazione". E per supportare la sua affermazione, l'Antitrust ha riportato lo stralcio in esame: "Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino".

Ma secondo i legali non è così. Anzi, non solo l'acquirente, dicono gli avvocati, non sarebbe stato ingannato ma Ferragni avrebbe dato all'ospedale Regina Margherita "una visibilità gratuitamente apportata" attraverso "la ripetuta menzione dell’ospedale nei post e nelle stories". Ma anche questa ricostruzione era stata smontata dall'AgCm, che a pagina 20 del documento scrive che "non appare sostenibile che il ruolo nella donazione della Signora Ferragni si sia sostanziato nel fare pubblicità 'gratuita' all'ospedale", spiegando che in realtà Fenice e Tbs Crew (le società a lei riconducibili) hanno ottenuto un compenso da Balocco.

Quindi, nelle 34 pagine di ricorso che gli avvocati dell'influencer hanno presentato al Tar si contesta che la multa sia "del tutto sproporzionata rispetto alla gravità e alla durata della condotta". Per altro, si insiste nel ricorso presentato dagli avvocati di Ferragni e riportato da il Messaggero, i 50mila euro che Balocco ha versato all'ospedale Regina Margherita di Torino non sono da considerarsi una cifra irrisoria, in quanto "Balocco ha comunicato a Fenice che solo 286.422 prodotti hanno raggiunto il consumatore finale, rispetto a 356.782 prodotti distribuiti ai rivenditori".

Ciò significa che la donazione di "50.000 euro a fronte di ricavi che si stimano pari ad euro 234.000, ossia il 25% del ricavato", sia consistente. A tal proposito, però, è bene ricordare che la donazione di 50mila euro all'ospedale Regina Margherita di Torino risale a maggio 2022, ossia 6 mesi prima che i prodotti griffati venissero messi in commercio, proprio perché era sconnessa dalla vendita dei pandori. Il risultato finale dell'operazione, comunque mediocre, si è potuto stabilire solo a posteriori. Pertanto la sua incidenza sul ricavato non dovrebbe avere alcuna rilevanza. Ora dovranno essere i giudici del Tar a valutare la multa inflitta dall'AgCom, sempre tenendo fermo il punto che questo ricorso non ha nulla a che vedere con il filone giudiziario, che vede Ferragni indagata per truffa aggravata da minorata difesa.

Il Codacons ha annunciato che ricorrerà al Tar per il ricorso allo stesso ente promosso dall'influencer. "Contraddice se stessa, e commette un nuovo grave errore", dice l'associazione dei consumatori, che definisce come "affermazioni irrealistiche" quelle contenute nel dispositivo e riportate da il Messaggero. Ferragni, scrive il Codacons, continua a "non capire che il problema non è l’entità della donazione in favore dell’ospedale, ma la truffa perpetrata a danno dei consumatori attraverso messaggi accertati come ingannevoli e scorretti dall’Antitrust ".

Per questa ragione, spiega il Codacons, "interverremo al Tar del Lazio contro il ricorso della Ferragni e in tale sede, utilizzando tutti i numeri sulle vendite del pandoro contenute nell’atto difensivo dell’influencer, chiederemo ai giudici di condannarla anche a risarcire tutti gli acquirenti del prodotto". Si tratta fa sapere il Codacons, "di 1.6 milioni di euro per la differenza tra prezzo normale e prezzo pandoro griffati, moltiplicati per oltre 280 mila pandori venduti".

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