La Punto grigia l'hanno ritrovata, impantanata, in mezzo ad una strada sterrata. Di lei, però, nessuna traccia nonostante l'impiego, per tutta la giornata, di uomini, di unità cinofile dei carabinieri, della protezione civile, dei vigili del fuoco (che hanno fatto arrivare anche un elicottero).
È un mistero fitto la scomparsa di una studentessa di 25 anni di Città di Castello, che pare avesse trascorso la notte in un un bar insieme ad una amica e ad un gruppo di nordafricani. Un giallo anche per le modalità della scomparsa.
Alla centrale operativa dei carabinieri, alla quale la giovane ha telefonato in piena notte (poco prima delle 2), la donna ha chiesto aiuto, spiegando, con voce isterica e in modo confuso, di essere stata portata via da degli sconosciuti, di essere stata violentata e di essere poi scappata, ma di essere finita impantanata (ed è vero) e sperduta in un bosco. Subito dopo pare che le batterie del cellulare si siano scaricate. Il tutto è avvenuto in zona Casa del Diavolo, tanto nomine, un paesino alla periferia nord di Perugia.
Nelle concitate ricerche - coordinate dal sostituto procuratore Antonella Duchini - sono impegnati i carabinieri di Perugia e di Città di Castello, la protezione civile, le squadre cinofile, un elicottero, oltre ai vigili del fuoco, alla forestale, alla polizia provinciale. Una giornata di angosciose ricerche che non hanno dato esito.
La giovane viaggiava al posto del passeggero sulla Punto guidata dall’amica, quando le due ragazze sono state coinvolte in un banale incidente, un tamponamento. Questo almeno il racconto della compagna. Mentre l’amica, scesa dalla vettura si era messa a parlare col conducente dell’altra auto, la venticinquenne ha messo in moto la vettura non sua e si è allontanata (portandosi via anche il telefonino della compagna). Senza fornire una spiegazione. La proprietaria dell'auto, rimasta basita e a piedi, ha subito telefonato al 112 denunciando la scomparsa dell'amica e della propria vettura e subito dopo lo stesso operatore ha ricevuto una telefonata dalla ragazza scomparsa, che avrebbe spiegato, con frasi concitate: «Sono stata violentata, poi la macchina si è impantanata e mi trovo in un bosco, ma le gomme sdrucciolano sul fango e non riesco a uscire». Più tardi i militari - che hanno localizzato, grazie alle telefonate ricevute, la zona delle chiamate - hanno recuperato la macchina in località Civitella Benazzone, ma della giovane non è stata trovata traccia. Nell'abitacolo i due telefonini. Ai militari l’amica ha riferito con un pizzico di imbarazzo: «Abbiamo bevuto qualche aperitivo di troppo stanotte... sono preoccupata per la mia amica». In effetti la zona è impervia e il freddo piuttosto intenso. Accanto alla vettura orme nel fango che indicano che la studentessa ha vagato a piedi. Finendo chissà dove.
Sulle indagini gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.
Non si può escludere che, dopo una serata di sballo, l’incidente possa aver fatto scattare una reazione spropositata nella psiche della giovane scomparsa. Le ricerche sono state interrotte col buio e riprenderanno questa mattina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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