da Milano
Due milioni di barili al giorno in più, a partire dal primo ottobre, ma solo per tre mesi. LOpec archivia il vertice viennese con una soluzione di compromesso che accontenta le diverse anime allinterno del Cartello senza aver tuttavia la forza di impattare in modo significativo sui prezzi, comunque in vistoso calo ieri (a 63,65 dollari) dopo il forte rialzo di lunedì causato dai timori per luragano Rita.
«Con la decisione di oggi (ieri, ndr) - ha spiegato il presidente del Cartello, il kuwaitiano al-Sabah - offriremo al mercato tutta la nostra capacità di riserva. Ogniqualvolta vi sarà una necessità del mercato noi produrremo più petrolio e lo distribuiremo». LOpec ha però lasciato invariata la quota ufficiale di produzione a 28 milioni di barili al giorno (in realtà stime attendibili collocano loutput oltre i 30 milioni), ribadendo così la tesi in base alla quale il mercato non soffrirebbe di uno choc da offerta, bensì dei problemi legati a uninsufficiente capacità di raffinazione. La disponibilità a rifornire in manierà più abbondante il mercato solo fino al termine dellanno è peraltro una risposta alle pressioni ricevute dal Cartello - non ultime quelle dellUnione europea - affinché gli sforzi produttivi venissero aumentati. Di più lOpec non intende fare, almeno fino allanno prossimo. Anche perché i Paesi membri sono ormai da tempo al limite della capacità produttiva. I due milioni di barili supplementari, se mai verranno messi sul mercato, non potranno che venire dallArabia Saudita.
Difficile insomma che ulteriori iniziative possano essere assunte nel corso del prossimo summit, in agenda per l11 dicembre prossimo in Kuwait. Ogni eventuale mossa è rimandata alla riunione di Vienna dell8 marzo 2006, quando lOpec spera di poter discutere di una situazione più stabilizzata e meno allarmante rispetto a quella attuale. «Gli alti prezzi stanno cominciando a danneggiare leconomia mondiale», ha detto al-Sabah.
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