Piano casa, un business da 3,5 miliardi con sicurezza e risparmio energetico

Il piano casa nel Lazio vale un tesoro. Un tesoro da 3,5 miliardi di euro. Il calcolo è stato fatto dal «Sole 24 Ore» incrociando dati del Cresme e dell’Istat, che parlano di 568.437 abitazioni mono e bifamiliari, quelle potenzialmente ampliabili. Ebbene se il 10 per cento dei proprietari (una quota definita «realistica») decidesse di approfittare del bonus per l’aumento delle cubature del 20 per cento, si metterebbe in moto un business da 3.500 milioni. Una mano santa per l’economia regionale. Solo che la nostra regione, pur essendosi impegnata a legiferare entro il 30 giugno sulla possibilità di ampliamento del 20 per cento delle cubature, è in netto ritardo rispetto ad altre. In attesa che il governo emani il decreto legge, la task force istituita dalla Regione non ha ancora partorito una bozza. Esterino Montino, assessore regionale all’Urbanistica, ha ipotizzato che questo possa avvenuire entro la fine del mese, a cui mancano però pochissimi giorni (sei quelli feriali). Manca però l’intesa sugli strumenti da utilizzare. Mentre Mario Di Carlo, assessore alle Politiche della casa, punta ad estendere agli alloggi popolari il bonus, lo stesso Montino dice no a incentivazioni volumetriche di questo tipo, «sia per l’edilizia residenziale pubblica, sia per capannoni industriali».
Di certo c’è che il piano casa del Lazio, come quello nazionale, conterrà misure legate alla messa in sicurezza antisismica degli edifici da ristrutturare. E anche al risparmio energetico. «Puntando sull’efficienza energetica del nuovo - ha detto ieri Mario Di Carlo, assessore alle Politiche della casa della Pisana - si potrebbero aumentare le cubature del 35 per cento invece che del 30». Non solo: «Stiamo studiando assieme all’assessore Zaratti (all’Ambiente, ndr) - aggiunge Di Carlo - un’operazione molto innovativa che riguarda il rifacimento dei tetti degli stabili dell’Ater sul territorio regionale, circa 30mila. C’è uno stanziamento complessivo di 20 milioni di euro - spiega Di Carlo - di cui 5 investiti dall’assessorato all’ambiente per coprire il 20 per cento dell’intervento necessario per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per l’autoproduzione di energia».
Di Carlo ha anche avuto parole di apprezzamento per il piano casa del governo, «un provvedimento di straordinario interesse in particolar modo per la parte che riguarda la demolizione e la ricostruzione. Sulla casa siamo indietro rispetto agli altri paesi europei, il nostro patrimonio è vecchio, ha scarsa qualità e conta forme e tecniche di costruzione assolutamente diversificate. C’è necessità di un forte impulso all’innovazione. Per questo ho salutato con favore la parte riguardante la demolizione e ricostruzione, un’occasione fantastica per recuperare situazioni altrimenti irrisolvibili». Quanto alla sicurezza degli edific, non solo in relazione ai sismi, Di Carlo ha ricordato che «la regione Lazio dal 2002 ha una legge ben fatta sul fascicolo del fabbricato. Era stata finanziata dal precedente governatore Storace, per 200mila euro, ma nessuno ha mai chiesto una lira fino al 2007, quando è stata definanziata. Ora dovremmo formalizzare che tutte le nuove realizzazioni e le ristrutturazioni strutturali abbiano un fascicolo del fabbricato. Mentre sulle vecchie costruzioni dobbiamo trovare una soluzione che non sia la semplice incentivazione».

Sul fascicolo dei fabbricati è d’accordo anche il sindaco Gianni Alemanno, secondo il quale questo strumento «se fatto bene in maniera non burocratica, può essere molto utile perché avere la storia e lo stato di un edificio aiuta nella conoscenza della realtà. Spesso ci troviamo di fronte a edifici di cui non si sa quasi nulla e di volta in volta le verifiche vengono fatte a valle del problema e non a monte, non possiamo procedere così».

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