La Pietra, la «radicalità» di essere artisti

Cinquant’anni di attività e diverse discipline, dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla performance, dall’oggetto all’installazione. Così, in quasi mezzo secolo, Ugo La Pietra (classe 1938) ha percorso la sua professione raccogliendo il meglio della sua opera alla Fondazione Mudima.
La mostra, a cura di Vittorio Fagone, sviluppa l’arte di La Pietra dalla fine degli anni ’50 ai nostri giorni. La sua attività, già nota nei primi anni ’60, lo porta a essere uno dei fondatori del Gruppo dei pittori scenici, «Il Cenobbio» con Ferrari, Sordini, Vermi e Verga.
Dalle componenti «di disturbo e di azzardo» dei primi anni ’70 sono seguite le esperienze più concettuali e di impegno etico e sociale, attraverso lo studio di territori urbani ed extra urbani, dall’artista concepiti come un sistema «disequilibrante». Questo contributo lo colloca tra i maggiori protagonisti dell’architettura radicale europea; una ricerca che si esprime attraverso collage, fotomontaggi ed espressioni vicine alla narrative art, cui si aggiungono filmiche che entrano a far parte del cinema d’artista teorizzato e divulgato dal critico Vittorio Fagone: «Nel suo lavoro l’analisi critica dei media, l’uso liberatorio e creativo degli spazi, la richiesta di una umanizzazione della città sono sempre state tematiche ricorrenti.
«Abitare è essere ovunque a casa propria»: uno slogan con cui La Pietra affronta i temi legati allo spazio urbano, al rapporto tra spazio pubblico e privato, mettendo a frutto tutte le sue esperienze di ricerca visiva. Installazioni, oggetti, video e film trovano la massima espressione già nella Triennale del ’79, nella sezione, da lui stesso curata, Spazio reale spazio virtuale.
Negli anni ’80 e ’90 si apre per la Pietra una stagione dedicata alle tematiche della «territorialità», in cui l’artista, laureato in architettura nel ’64 al Politecnico di Milano, propone attraverso il suo tratto sensibile la conflittualità tra il genius loci e la globalizzazione, attraverso una ricerca che si protrae fino alla fine degli anni ’90, proponendo temi come la «pulizia etnica» «l’Europa unita» e la «propria teritorialità».
Tra le opere esposte: Pittura scenica, un olio su tela degli anni ’60; Europa unita degli anni ’80: ceramiche, tele e fotomontaggi; Il sistema disequilibrante dal ’62 al ’72; e, in collaborazione con Centre Pompidou, Riconversione progettuale, fotomontaggi e pellicole di interventi pubblici su Milano.

E ancora, L’unità del Mediterraneo dell’87 e del 2000 dove si possono ammirare ceramiche, quadri acrilici e mosaici.
Ugo La Pietra
Fondazione Mudima
via Tadino 26
da giovedì all’8 febbraio
chiuso sabato e domenica
orari: 11-13; 16-19.30

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