«È stata la cosa più bella da quando sono presidente del Pio Albergo Trivulzio». È raggiante Emilio Trabucchi, l’uomo a capo della Baggina, la casa di riposo (e ospedale) per anziani che sorge nella zona ovest di Milano. Ieri, infatti, i vecchietti della clinica (età media: 90 anni) hanno incontrato i 300 figli dei dipendenti (età media: 6-7 anni) per un pomeriggio di giochi organizzato in occasione del centenario dell’ospizio.
Sotto un sole primaverile, i piccoli si sono cimentati in più di trenta giochi, dalle gare di manualità, al lego, al tiro ai barattoli, alla pallacanestro, per finire con disegni e mosaici. I «nonni», dal canto loro, hanno partecipato realizzando molte delle installazioni con cui i ragazzi si sono divertiti.
«Avevo paura - spiega Trabucchi - che i pazienti si infastidissero. Invece si sono divertiti da matti, tanto che voglio rifare questo open day ogni anno. Primavera dei giovani e inverno degli anziani si sono incontrati generando una stupenda alchimia».
Era il 22 maggio 1910 quando il Pio Albergo Trivulzio, ricovero per i veggioni di Milano, si trasferiva, per ragioni di spazio, dalla sede di via della Signora sulla strada per Baggio, in un nuovo edificio soprannominato, appunto, la Baggina. Da allora, il Trivulzio ha accolto 900 pazienti, 1600 dipendenti e 500 volontari, giovani perlopiù, che non temono di avere a che fare anche con i casi più difficili.
«Abbiamo un reparto - spiega Trabucchi - dove ci sono tutti i malati di Alzheimer. È anche grazie ai volontari che la situazione è sotto controllo e gestita perfettamente».
Proprio grazie alla collaborazione di tutti, e alla fiducia che l’ospizio si è guadagnato nel corso degli anni, che a ottobre sarà inaugurata una casa-albergo da 120 posti e, nel 2012, saranno terminate due palazzine nuove da 240 posti in totale, completamente ridisegnate per ragioni di sicurezza.
Il Trivulzio, quindi, sarà in grado di ospitare altri anziani, ricchi, poveri o nullatenenti. La retta mensile, infatti, arriva fino a 130 euro, ma per coloro che non possono permettersi nessuna spesa, la fondazione Valsecchi ha stanziato 5 milioni di euro per sostenere i più disagiati. Ma chi sono i vecchietti che vivono nel celebre ospizio? «Sono persone sane - sottolinea Trabucchi - con piccole patologie da vecchiaia, come artrosi, diabete, indizi di demenza senile. Poi ci sono i malati gravi, come quelli affetti dall’Alzheimer. Infine gli ultracentenari (cento all’incirca, ndr), tra i più arzilli di tutti».
Ed è proprio una signora di 95 anni che, ieri pomeriggio, è stata protagonista di una scena divertente.
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