Il pm: «Stroncate la carriera a Sculli»

Il pm: «Stroncate la carriera a Sculli»

Emmanuele Gerboni

La beffa più il danno, da Bologna fino a Milano. Tre anni e sei mesi di stop, questa la richiesta del «pm» Stefano Palazzi nei confronti di Giuseppe Sculli dopo l’udienza di ieri. Il caso è noto, l’accusa di illecito sportivo per una vicenda riguardante una gara del Crotone (disputata con il Messina) che risale al 2002. La prima discussione a metà ottobre, quindi il secondo round davanti alla Disciplinare proprio poche ore dopo la sfida di Bologna. Un’udienza che si è conclusa con quella richiesta, tre anni e sei mesi (identica anche per gli altri giocatori e dirigenti coinvolti), sicuramente molto pesante per l'attaccante genoano che non era presente dopo l’infortunio di Bologna e la notte passata in ospedale. I legali del giocatore hanno presentato un certificato medico. Ma gli avvocati di Sculli hanno anche consegnato i documenti relativi all'archiviazione della posizione di Sculli da parte della Procura di Reggio Calabria che aveva indagato sul fronte penale. Il materiale sarà analizzato con grande attenzione dai giudici che dovranno pronunciare il verdetto.
Siamo ancora all’inizio, oggi la Disciplinare si riunirà in camera di consiglio. In tempi rapidissimi la sentenza, potrebbe essere nei prossimi giorni: sicuramente entro mercoledì. A quel punto, la squalifica (se confermata) sarebbe immediatamente operativa, in attesa del giudizio della Caf, il secondo grado di giudizio.
È stato un fine settimana difficile per il Genoa che deve ancora smaltire lo shock per la seconda sconfitta consecutiva e potrebbe ritrovarsi, già da venerdì prossimo nel big match contro la Juve, con un’importante pedina in meno come Sculli. Adesso, il Genoa, però, deve pensare soltanto ad una cosa: cercasi una reazione disperatamente. Troppi segnali che non convincono. Soprattutto la consapevolezza di avere molti problemi quando le idee devono diventare occasioni da gol. Certo, ci sono alcune attenuanti. Le rinunce a Marco Rossi e Milanetto sono state pesantissime, nessuno lo nega, ma c’è qualcosa che non funziona anche a livello fisico. È un Genoa che ha perso per strada quello sprint che rendeva ogni azione estremamente pericolosa. Ed è chiaro che il Grifone, in queste condizioni, diventa prevedibile e poco efficace.
Dunque, si deve ragionare su due livelli. Il primo è questo, servono rinforzi. La società rossoblu lo sa benissimo: «Era impossibile credere di poter vincere il campionato a mani basse, nessuno lo pensava. Siamo una squadra che va in difficoltà quando mancano alcuni elementi. Ritornare sul mercato? Premesso, non voglio assolutamente parlarne. Ma sapevamo benissimo quello che ci serviva, ancora prima di questo momento difficile. Questo deve essere chiaro. Ora dobbiamo soltanto concentrarci sulle gare che ci separano dalla sosta di Natale, ragioniamo partita per partita senza fare calcoli». Alessandro Gaucci, responsabile dell’area tecnica genoana suona la carica, manda un messaggio forte a tutti, bisogna crederci. Anche se questo Genoa ha dimostrato di avere bisogno dei suoi elementi chiave per poter rendere al meglio.
Inutile nasconderlo, quella di venerdì con la Juve diventa la gara della svolta per tanti motivi. Potrebbe essere l’inizio di una nuova vita per la formazione rossoblu: «La partita con i bianconeri ? Può essere un’opportunità per tutti», spiega Gian Piero Gasperini. «la Juventus? Se da un lato si presenta difficilissima, dall’altro ci regala stimoli enormi. E ci può permettere di recuperare l’entusiasmo perso strada facendo», rilancia Adailton. Tutti d’accordo, con la Vecchia Signora ci deve essere il riscatto per un Genoa che si ritrova a quattro punti dalla vetta dopo la vittoria del Napoli a Pescara.

Nessun dubbio, bisogna ripartire. Almeno c’è una consolazione, si giocherà a dicembre. Il mese nero di Gasperini a Crotone (2 vittorie, 9 pareggi e 5 sconfitte) può finire in archivio. Come il Novembre nerissimo di Genova.

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