da Roma
Il «tesoretto» fiscale non esiste, annuncia Giulio Tremonti in Parlamento. Ma se leconomia dovesse crescere più del previsto (ora il pil è «prossimo allo zero», conferma il ministro), le maggiori risorse che verrebbero generate andrebbero «distribuite a favore dei redditi da lavoro dipendente, pensioni, famiglia». Ed annuncia: «È un impegno che pensiamo di formalizzare prima dellestate».
E fra gli strumenti per tamponare la perdita del potere dacquisto delle fasce meno fortunate della popolazione, Tremonti accenna ad uno «strumento che negli Usa esiste da alcuni decenni». La «social card» introdotta con il decreto della manovra, in effetti, somiglia da vicino ai cosiddetti food stamps americani: una sorta di «buoni pasto» che coprono le esigenze alimentari di una famiglia tipo di 4 persone. Al momento, la «social card» è prevista per i pensionati al minimo. La riceveranno insieme alla pensione e potrà essere utilizzata per lacquisto (con un plafond di 400 euro) in esercizi convenzionati. «Se ci sarà maggiore ricchezza - commenta il ministro - sarà oggetto di giusta distribuzione».
Tremonti, poi, sempre in materia di recupero del potere dacquisto dei salari annuncia che ci sono le risorse necessarie per fare «un buon» rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Anche se riconosce che linflazione programmata all1,7% «non rispetta la realtà, ma è un numero che ci sembrava coerente con le strutture di sistema».
Una cosa è certa: le maggiori risorse non deriveranno da entrate aggiuntive. Il loro andamento «fa escludere lesistenza o la sopravvenienza di cosiddetti tesoretti». Anzi. La riforma fiscale «del precedente governo in favore delle imprese» (la riduzione dellaliquota Ires dal 30 al 27,5%) presenta «criticità di copertura». Al punto - sottolinea Tremonti - che, anche per «lemersione di dati precedentemente non rilevati, si è rovesciata la tendenza dei conti pubblici». Il deficit, infatti, passa dall1,9% del 2007 al 2,5% di questanno. «Ha rovesciato la tendenza».
Laudizione parlamentare sul Dpef, poi, serve al ministro per precisare che la Robin Hood tax non si scaricherà sui consumatori. E che se, per caso, ciò dovesse avvenire, il governo interverrà per inasprirla sulle categorie interessate: banche, assicurazioni e compagnie petrolifere soprattutto. Proprio per scoraggiare eventuali traslazioni sui consumatori dellimposta.
Davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, Tremonti fa unanalisi sulla crisi dei mercati finanziari, che definisce «la crisi più grave dal dopoguerra». Una vera e propria «peste» causata soprattutto da una sfrenata speculazione finanziaria. E ricorda che «nel 2007 la Banca dItalia diceva che la crisi finanziaria globale era solo un turbamento. Oggi - aggiunge - prendiamo atto della conversione di illustri personaggi sulle nostre».
Non manca infine un botta e risposta con Pier Luigi Bersani. Il «ministro ombra» allEconomia accusa il governo di aver adottato una «manovra regressiva» che «irrita lopposizione» e non pensa alle fasce più deboli della popolazione. Tremonti replica accusando il governo Prodi di non aver avviato un risanamento dei conti. «Doveva esserci un risanamento strutturale - dice - ma abbiamo un deficit che cresce dall1,9% al 2,5% e una crescita intorno a zero.
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