Polemiche Esecutivo sulle difensive

A ventiquatt’ore dal blitz nel quale l’estremista franco-algerino è stato ucciso dalle forze speciali, è il premier François Fillon ad agitare la giustificazione delle libertà civili, punto debole delle democrazie minacciate dal terrorismo. «Non c’era un solo elemento che permettesse di arrestare Mohamed Merah - ha dichiarato il capo del governo -. Senza l’autorizzazione di un giudice in un Paese come il nostro non abbiamo il diritto di monitorare in modo permanente qualcuno che non abbia commesso reati, siamo in uno Stato di diritto». Eppure i dati che agita Fillon, mentre difende l’operato dei servizi segreti, rischiano di fare ancora più paura. Non solo perché «in nessun momento» le autorità hanno considerato lo stragista «pericoloso» da poter passare all’azione, ma anche perché «sono diverse centinaia» i giovani francesi che si recano in Afghanistan e in Pakistan per essere allevati alla scuola dell’estremismo e del terrorismo e si confondono con «le migliaia di persone che si spostano nella regione per motivi religiosi» non collegati al terrore. Di fatto, quella del premier sembra un’ammissione di incapacità ad affrontare una nuova emergenza. Che si aggiunge allo scaricabarile interno al governo. Il ministro della Difesa Gerard Longuet accusa: «Abbiamo perso un tempo considerevole perché certi volevano assolutamente che fosse in una direzione che bisognava cercare e non in tutte le direzioni», ha detto riferendosi alla pista dei neonazi battuta nelle prime ore.
Nonostante il governo sia sulle difensive, in molti sono convinti che Nicolas Sarkozy potrebbe beneficiare dell’emergenza. Lui si mostra tranquillo: «L’importante è aver fermato il killer». E un sondaggio realizzato per «i-Telé» rivela che il 71% dei francesi pensa che Sarkò abbia gestito bene la crisi. Così anche il direttore del Monde, Gérard Courtois, secondo cui «il presidente è andato in soccorso del candidato», «riaffermando il suo posto determinante nel paesaggio istituzionale e politico».

E potrà tornare con più facilità al tema della sicurezza che gli è caro. Sarkò lo ha fatto immediatamente, spiegando ieri che le misure anti-terrorismo annunciate giovedì entreranno in vigore all’indomani della sua eventuale rielezione.

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