Balzo inflazione Usa gela Wall Street, taglio tassi Fed sempre più lontano

L’accelerazione dell'inflazione gela i mercati che adesso scommettono su uno slittamento del prossimo taglio dei tassi da parte della Fed a fine 2025

Balzo inflazione Usa gela Wall Street, taglio tassi Fed sempre più lontano
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Nuovo allarme inflazione negli Stati Uniti. A gennaio l'indice dei prezzi al consumo della maggiore economia mondiale segna un'accelerazione a +3% annuo rispetto al +2,9% atteso, con un balzo dello 0,5% rispetto al mese precedente. Anche l'inflazione core, ossia quella depurata delle componenti cibo e benzina, segna una fiammata a +3,3% annuo rispetto al +3,1% atteso. Il progresso mensile dello 0,4% dell'inflazione core è il più grande aumento mensile da aprile 2023. Tra le singole voci spicca l'ennesima impennata dei prezzi delle auto usate, che segnano un +2,2% m/m a gennaio dopo un aumento dell'1,2% a dicembre e del 2% a novembre. "I dati hanno mostrato che le pressioni inflazionistiche sono tornate a salire in modo consistente. I rincari non sono solamente nel comparto energetico ma anche in quello dei trasporti e in quello sanitario", commenta a caldo Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.

Taglio tassi della Fed si allontana
Indicazioni che hanno subito portato gli operatori a spostare più in avanti nell'anno le attese per un prossimo taglio da parte della Federal Reserve. Stando a quanto riporta Bloomberg, adesso il mercato scommette su un prossimo taglio Fed a dicembre e non più a settembre come precedentemente atteso. "I tassi di interesse rimarranno sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Le nostre attese non prevedono alcun taglio da parte della Federal Reserve nel 2025", è l'indicazione di Diodovich.

Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha rimarcato che non c'è fretta di tagliare i tassi come invece vorrebbe il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. "Sappiamo che ridurre la restrizione politica troppo velocemente o troppo potrebbe ostacolare i progressi sull’inflazione. Allo stesso tempo, ridurre la restrizione troppo lentamente potrebbe indebolire l’attività economica e l’occupazione", ha spiegato Powell.
"Dopo l'audizione di Powell al Congresso, è apparsa evidente la preoccupazione della banca centrale americana per i potenziali rischi di rialzo dell'inflazione nel breve periodo, che riflettono in parte l'incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti e il suo potenziale impatto sui prezzi al consumo", commenta Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.

La reazione dei mercati
Immediata la reazione dei mercati, in particolare i Treasury hanno virato al ribasso con conseguente rialzo dei rendimenti. Il rendimento del Treasury a 10 anni si è spinto nuovamente oltre il 4,6%. Sull'azionario l'apertura di Wall Street è stata tutta intonata al ribasso con l'S&P 500 in calo dello 0,95%, peggio fa il Nasdaq a -1%. "Gli investitori cercavano rassicurazioni nel rapporto sull'inflazione Usa di oggi, ma non le hanno avute. L'inflazione si è rivelata molto forte in tutti i settori, con ogni dato principale che ha superato le aspettative del consenso", commenta Bret Kenwell, US Investment analyst di eToro.

Immediata la reazione dei mercati, in particolare i Treasury hanno virato al ribasso con conseguente rialzo dei rendimenti. Il rendimento del Treasury a 10 anni si è spinto nuovamente oltre il 4,6%. Sull'azionario l'apertura di Wall Street è stata tutta intonata al ribasso con l'S&P 500 in calo dello 0,95%, peggio fa il Nasdaq a -1%.

"Gli investitori cercavano rassicurazioni nel rapporto sull'inflazione Usa di oggi, ma non le hanno avute. L'inflazione si è rivelata molto forte in tutti i settori, con ogni dato principale che ha superato le aspettative del consenso", commenta Bret Kenwell, US Investment analyst di eToro.

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