Il gas riparte e torna a quota 130 euro. Italia, Francia e Spagna all'attacco

Autogol dell'Europa sul "price cap": dovrebbe entrare in vigore da gennaio con due condizioni: 1) per due settimane consecutive il prezzo superiore a 275 euro a megawattora; 2) la differenza di prezzo tra il Ttf e il Gnl supera i 58 euro per dieci giorni di seguito. Condizioni mai realizzate

Il gas riparte e torna a quota 130 euro. Italia, Francia e Spagna all'attacco

La politica energetica dell'Ue stupisce ogni giorno di più non solo per l'incapacità di risolvere i problemi ma per l'attitudine a crearne di nuovi. Era accaduto con la transizione ecologica, poi con il mancato accordo per una risposta comune al caro energia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e avviene ora con la proposta della Commissione europea sul tetto al prezzo del gas che si scontra con un muro di bocciature da parte di Italia, Francia, Spagna e Polonia. Dopo mesi di trattative, la Commissione Ue ha presentato martedì il proprio progetto di price cap che dovrebbe entrare in vigore da gennaio in caso di emergenza e con due condizioni: 1) per due settimane consecutive il prezzo del gas ad Amsterdam è superiore a 275 euro a megawattora; 2) la differenza di prezzo tra il Ttf e il Gnl supera i 58 euro per dieci giorni di seguito. Sono condizioni mai realizzate. Eppure non solo la misura non servirà ma si sta anche rivelando controproducente come testimonia l'andamento del mercato del gas che ha chiuso in rialzo sfiorando i 130 euro al mwh con un +8,5%, spinto anche dalle minacce di Gazprom di tagliare le residue forniture all'Europa.

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche con il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che ha definito la proposta della Commissione Ue «insufficiente» aggiungendo che si tratta di una misura che «rischia di stimolare la speculazione invece di arginarla».

Dura la reazione spagnola che tramite vicepremier Teresa Ribera ha affermato «non può essere una proposta seria, è uno scherzo», per la Polonia è stato il premier Mateusz Morawiecki a esprimere disappunto poiché il price cap proposto «è troppo alto», mentre fonti del ministero della Transizione Energetica francese parlano di una proposta «non all'altezza della crisi».

La palla passa al Consiglio Ue Energia di oggi che si preannuncia incandescente con l'ennesimo scontro tra i Paesi europei (Germania e Olanda difendono la proposta comunitaria).

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