C'era molta attesa per il giudizio di Fitch sul rating dell’Italia. Nella tarda serata di venerdì è arrivato: confermata la tripla B con outlook stabile, stessa valutazione mantenuta lo scorso 10 novembre. Una buona notizia per il nostro Paese, con il debito pubblico italiano che supera un altro esame, dopo quelli delle scorse settimane: la conferma di S&P (BBB, outlook stabile) e Dbrs (BBB-high, outlook stabile). Ora manca all'appello soltanto il giudizio di Moody’s, previsto il prossimo 31 maggio. Il precedente, che risale a novembre scorso, è Baa3, con outlook alzato da negativo a stabile.
Nella sua comunicazione Fitch osserva che il rating dell'Italia "è supportato dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall'appartenenza all'eurozona e da istituzioni forti". Inoltre, osserva l'agenzia, il sostegno pubblico al governo Meloni "rimane forte, fornendo una piattaforma per la pianificazione economica e fiscale a medio termine".
Il deficit fiscale dell'Italia "si ridurrà - scrive Fitch - al 4,7% del PIL quest'anno (la previsione del governo è del 4,3%) dal 7,4% nel 2023 a causa dell'eliminazione graduale del Superbonus e delle modifiche alla sua contabilità da competenza a cassa". Proprio la spesa per il Superbonus, puntualizza Fitch, "ha portato l'onere del debito pubblico su una traiettoria ascendente nella nostra proiezione di base poiché confluirà nei parametri del debito nei prossimi 10 anni man mano che i crediti verranno utilizzati".
Per l'agenzia "il ridotto spazio fiscale dovuto alla spesa del Superbonus maggiore del previsto potrebbe aumentare le tensioni tra i partiti della coalizione". Com'è noto di recente l'esecutivo di centrodestra ha affermato che l'estensione di alcune misure fiscali una tantum introdotte nel 2024 (pari allo 0,7% del PIL) sarà la sua priorità. Fitch però mette in guardia: "Potrebbe essere difficile da attuare senza misure di compensazione, dati i vincoli delle regole fiscali dell'Ue".
Come sono andate le Borse
Ha chiuso in lieve calo Piazza Affari (Ftse Mib -0,15% a 33.678 punti) dopo che è uscita la notizia che ad aprile sono stati creati 175 mila nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, un dato decisamente sotto le stime degli analisti che prevedevano 238 mila unità. A marzo i nuovi posti di lavoro furono 315 mila. Il tasso di disoccupazione che era a marzo pari al 3,8% sale leggermente al 3,9%, contro le previsioni degli analisti che stimavano restasse invariato.
Un mercato del lavoro statunitense meno forte che conseguenze produce? Rafforza le aspettative che la Fed possa rompere gli indugi e iniziare a tagliare i tassi di interesse. Gli altri mercati europei: Parigi e Francoforte avanzano rispettivamente dello 0,84% e dello 0,69% mentre Londra guadagna lo 0,48%. Wall Street chiude in rialzo: Dow Jones +1,18%, Nasdaq +1,99%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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